L’acqua è un elemento naturale da sempre considerato accogliente e divertente nelle sue declinazioni di mare e piscina. Capita spesso, tuttavia, di vedere bambini che si rifiutano di fare il bagno in mare oppure in piscina: piangono, protestano, si aggrappano alle gambe dei genitori e sono letteralmente terrorizzati dall’idea di stare in acqua.
Nei bambini piccoli, in un’età compresa tra i 2 e i 5 anni, ma in alcuni casi anche fino a 8/9anni, è una paura piuttosto diffusa, in quanto sia la temperatura più fredda che il trovarsi di fronte a una distesa d’acqua senza limiti può intimorire e non far sentire il bambino a proprio agio e in un ambiente rassicurante per lui.
La paura dell’acqua, che prende il nome di idrofobia, può essere la conseguenza di un’esperienza negativa avuta con l’acqua (ad esempio aver rischiato di affogare, aver bevuto, essere andato sott’acqua con la testa, avere bruciore agli occhi, non toccare il fondale con i piedi, aver paura del colore scuro dell’acqua…), oppure può trovarsi slegata da cause apparenti ed essere associata a paure irrazionali più profonde come ad esempio la paura di non avere il controllo, di perdersi, di affogare e di non riuscire a respirare.
In altri casi è possibile risalire a timori che i genitori proiettano involontariamente sui bambini o a pratiche pedagogiche inadeguate al momento del primo approccio all’acqua.
Solitamente la prima reazione è quella dell’evitamento dell’acqua e di tutte quelle situazioni che potrebbero in qualche modo portare a un contatto ravvicinato, perché al solo pensiero si sperimenta disagio; possono inoltre manifestarsi spiacevoli sensazioni a livello corporeo che spesso si gestiscono con grande difficoltà, quali ad esempio pianto inconsolabile, irrequietezza motoria, tachicardia, rossore in viso, pressione al petto, irrigidimento di gambe e braccia, affanno e aumento della sudorazione.
Il ruolo del genitore in questi casi quindi è molto importante per cercare di far vivere al bambino un’esperienza positiva con l’acqua.
Ecco alcuni semplici consigli per aiutare i più piccoli nel rapporto con l’acqua:
– aiuta il tuo bambino a prendere confidenza con il mare e con l’acqua in generale e accompagnalo alla scoperta di questo mondo. Inizialmente, fagli toccare l’acqua solo con i piedini e le manine, e una volta rotto il ghiaccio, potrai fargli bagnare anche il resto del corpo. Ricorda che tutto ciò che è estraneo e sconosciuto fa molta più paura;
– Rispetta i suoi tempi, senza mettergli fretta, senza minimizzare il problema con battute sarcastiche e senza forzarlo in alcun modo. Se ti vede calmo e paziente, i livelli di tensione gradualmente si ridimensioneranno da soli;
– Utilizza un tono della voce dolce e comprensivo, in modo tale che il bambino non abbia paura delle tue reazioni, ma al contrario si possa fidare e affidare tra le tue braccia anche quando l’acqua viene vista come un nemico;
– Fai sentire il tuo bambino sostenuto con la presa delle tue mani sicura ma allo stesso tempo non preoccupata e in tensione. Se tu hai paura anche lui avrà paura!
– Crea in acqua momenti di puro divertimento: inventa giochi, storie e trasforma un momento di paura in un momento di condivisione con lui;
– Anche se questa difficoltà può farti arrabbiare e perdere la pazienza, non sgridare e non punire mai il tuo bambino perché questo blocco emotivo non dipende dalla sua volontà e andrebbe solo a peggiore il suo stato di ansia e preoccupazione;
– Non continuare a parlare di questa sua problematica, mostrando eccessiva preoccupazione e ansia, focalizzati su altro e godetevi insieme le meritate vacanze.
Occorre tenere presente che molte volte a provocare la sensazione di paura non è solo l’acqua in sé, ma anche il disorientamento creato da un eccessivo spazio intorno, soprattutto al mare, con le onde. Per questo può essere utile incominciare a fargli prendere confidenza con l’acqua usando per esempio una piccola piscina gonfiabile, che può fornire al bambino l’impressione di tenere le cose “sotto controllo”. Poi si può passare a una piscina vera e propria e infine provare con il mare.
Inoltre un approccio precoce può davvero fare la differenza: se fin da piccolo (a partire dai 3 mesi) un bimbo è stato abituato al contatto con l’acqua sarà molto più semplice che al momento di affrontare il bagno in mare rimanga calmo e sereno. Nel primo anno di vita normalmente i bimbi non hanno sensazione di paura di fronte all’acqua quindi si può approfittare dei primi mesi per abituarlo a prendere confidenza con l’elemento acquatico creando un rapporto positivo a lungo termine.
Dott.ssa Alessia Zappavigna -Psicologa