I fratelli e le sorelle sono presenze che impattano in modo profondo nella vita di una persona.
Il rapporto che si instaura tra loro è la prima esperienza di “rapporto tra pari” in famiglia ed è spesso caratterizzato da una forte ambivalenza.
Talvolta, quando arriva in famiglia un fratellino o una sorellina, il primogenito, fino ad allora figlio unico, può provare gelosia e timore di non ricevere più attenzioni da parte dei genitori.
Può trattarsi del cosiddetto complesso di Caino, definito anche “sindrome del fratello (o della sorella) maggiore”, che evidenzia come la rivalità percepita con il proprio fratello o sorella possa portare il bambino (non solo il fratello maggiore ma anche il minore) a sperimentare un disagio esternato spesso con sintomi psicosomatici, comportamenti aggressivi o tipici di una fase precedente dello sviluppo (ad esempio può tornare a fare la pipì a letto anche se ha già raggiunto il controllo degli sfinteri).
Questi sentimenti possono cambiare con l’evoluzione del rapporto che, oltre alla competizione, permette ai fratelli di sperimentare la collaborazione nutrendo sentimenti di complicità e affetto reciproco fino a diventare un rapporto bilanciato in cui essi si riconoscono reciprocamente come individui autonomi, non più in competizione per avere l’affetto esclusivo dei genitori ma nemmeno più in simbiosi tra loro.
È frequente che, alla base di un rapporto conflittuale tra fratelli ormai adulti, ci siano questioni irrisolte dell’infanzia che riaffiorano di fronte a situazioni in cui, per esempio, anche da adulti, i genitori fanno continui raffronti tra i fratelli.
La disparità di trattamento percepita nell’infanzia o nell’adolescenza da parte dei genitori è proprio uno dei motivi da cui può scaturire un rapporto di gelosia o di distanza emotiva tra fratelli e sorelle.
In altri casi ancora i fratelli che non si parlano possono aver deciso di assumere tale comportamento quando si trovano incastrati in rigidi copioni familiari o quando a essere in conflitto sono i genitori che, anche non consapevolmente, operano una triangolazione richiedendo ai figli di schierarsi dalla loro parte, mettendoli in una difficile posizione di scelta.
Dott.ssa Alessia Zappavigna -Psicologa