L’intelligenza emotiva è, secondo la più celebre affermazione di Goleman, “La capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali”.
L’Intelligenza Emotiva racchiude dunque al suo interno quelle capacità di consapevolezza e padronanza di se, motivazione, empatia e abilità nelle gestione delle relazioni sociali, che qualunque persona può sviluppare e che si rivelano fondamentali per ogni essere umano.
Si rivela pertanto un costrutto fondamentale per la crescita, lo sviluppo e la realizzazione personale, spesso indagato in correlazione alla plusdotazione.
I bambini o gli adulti plusdotati (o gifted) sono individui che, rispetto ai pari, mostra o ha il potenziale per mostrare un’abilità sorprendente in un determinato momento e in specifiche aree considerate importanti. Non si tratta soltanto di un quoziente intellettivo superiore alla media (maggiore di 130), sebbene sia un requisito fondamentale per la definizione: vi sono, infatti, manifestazioni di tipo emotivo, comportamentale, artistico e morale tipiche in questi individui che non vengono considerate nel concetto classico di intelligenza.
Avere un’intelligenza così spiccata può presentare però alcune fragilità, portando talvolta a isolamento, solitudine e difficoltà di regolazione emotiva: questi bambini sono dotati infatti di una elevata intensità emotiva e di una sensibilità estrema, aspetti che li portano talvolta ad avere reazioni apparentemente esagerate, tipiche di bambini con un’età cronologica inferiore.
I bambini gifted tendono a vivere ogni emozione in modo intenso, sono molto sensibili e più reattivi di fronte a stimoli che, in altri bambini della stessa età, non provocherebbero particolari reazioni. Essi sono facilmente sopraffatti dai propri sentimenti e questa caratteristica li porta ad avere numerose difficoltà nella regolazione delle proprie emozioni e dei propri comportamenti, risultando apparentemente immaturi proprio perché attivati profondamente da un numero maggiore di stimoli rispetto ai coetanei, provando emozioni intense anche in situazioni in cui gli altri non proverebbero nulla.
Lo sviluppo affettivo dei bambini, plusdotati e non, è un campo di notevole interesse e di ricerche negli ultimi anni, e andrebbe maggiormente condiviso anche all’interno delle istituzioni scolastiche: la percezione, comprensione e padroneggiamento delle emozioni può giocare un ruolo importante nel successo scolastico e nella regolazione della classe, ambiente in cui tutti i bambini esperiscono una miriade di emozioni, tra cui ansia, rabbia, disprezzo e invidia, ma anche felicità e orgoglio.
Dott.ssa Alessia Zappavigna -Psicologa