Negli ultimi mesi l’attenzione mondiale si e’ focalizzata sui terribili scontri nella striscia di Gaza e verosimilmente ogni bambino ha colto frasi, notizie, commenti o visto immagini e filmati, nonostante i tentativi degli adulti di tenerli nascosti.
I più’ piccoli, tuttavia, se non sono ben supportati e se non vengono esposti ad una narrazione corretta in base alla loro eta’, tendono a costruire una loro interpretazione della realtà’ che può’ creare ansia, angoscia, paura. Molto spesso queste emozioni tendono ad essere interiorizzate e non espresse a voce, alimentando il carico di preoccupazione e venendo espresse in altre forme (irritabilità’, incubi, irrequietezza o tristezza, ad esempio).
E’ opportuno fornire poche e chiare informazioni, rendendo la spiegazione il più’ semplice possibile ed evitando dettagli tragici o paragoni che possono essere fraintesi: occorre prestare attenzione in particolare ad alcuni aspetti:
-cura del setting: sarebbe opportuno affrontare l’argomento in un luogo in cui il bambino si sente sicuro e protetto, in un momento in cui appare tranquillo e non turbato;
–ascolto attivo: capire se il bambino ha delle domande, senza sforzarlo o anticipare i suoi dubbi e le sue paure. Occorre offrire uno spazio protetto e tutelato in cui il bambino si senta libero di esprimere anche le emozioni più’ forti e angoscianti, usando eventualmente albi illustrati per parlarne o proponendo un disegno di cosa immaginano, pensano, sentono;
-scelta delle parole: bisogna cercare di prevenire diffidenze e pregiudizi, evitando quindi di parlare, ad esempio, di “russi” o contrapponendo i due popoli come buoni/cattivi. Una spiegazione semplice e’, ad esempio, quella in cui si può’ parlare di potere mal gestito: ci sono delle persone al mondo che hanno tanto potere e che pero’ non riescono a gestirlo, arrabbiandosi con persone con hanno responsabilità’. E’ controindicato fare paragoni con i litigi, perché’ li porterebbe sovrastimare l’evento in se’ dando un’accezione negativa al conflitto e al confronto (“Se litigo con mio fratello sto facendo la guerra?”);
-tramettere sicurezza e stabilita‘: come adulti abbiamo la responsabilità’ di tutelare i più’ piccoli rimanendo punti di riferimento stabili e sicuri. Dobbiamo quindi provare a gestire le nostre emozioni in modo efficace, non nascondendo la nostra tristezza o negando ciò’ che succede, ma evitando di trasmettere loro ansia, terrore o paura;
–NO ad immagini violente e crudeli: i più’ piccoli non sono in grado di gestire la forza violenta e crudele di alcuni filmati o immagini (in tv o in rete), che trasmettono semplicemente impotenza e impossibilita’ all’azione, andandosi a fissare nella loro mente alimentando le loro angosce. Cercare di evitare programmi in cui si espongono dolore e sofferenza, in presenza dei bambini, e’ doveroso;
-favorire la sensazione di “essere utile”: il senso di impotenza, provato anche dai bambini, può’ generare sgomento e paure. Coinvolgere il bambino in azione concrete, come fare un disegno sulla pace, accendere una candela, donare una monetina o un giocattolo o qualche indumento, o permettere al bambino di partecipare insieme a noi ad azioni umanitarie (come la creazione di un pacco da donare scegliendo insieme cibi o cose calde) può’ farlo sentire utile e più’ sereno. E’ importante trasmettere l’idea che si possano unire le forze per aiutare chi e’ in difficolta’, per incanalare le emozioni negative verso azioni positive, :
–diffondere la speranza: dare sempre uno spiraglio di speranza risulta fondamentale. In questa situazione moltissime persone si stanno adoperando per porre fine al conflitto e salvare quanti più’ innocenti possibile. In tutto il mondo si sta cercando di mettere molte competenze al servizio del popolo ucraino, donando cibo e coperte calde, offrendo cure mediche e assistenza, ospitando e accogliendo chi scappa;
-educare alla pace: ricordiamo che la violenza ha spesso radici nell’infanzia e si manifesta in varie forme (fisica, verbale, psicologica, emotiva). Educare alla pace significa promuovere dialogo, ascolto e rispetto, nonché’ cura e accudimento, anche e soprattutto all’interna della famiglia o nelle nostre relazioni.
Dott.ssa Alessia Zappavigna -Psicologa