Oggigiorno le persone trascorrono mediamente molto più tempo immersi nella tecnologia e molto meno tempo a contatto con la natura, non beneficiando dei tanti aspetti positivi (emotivi, cognitivi ed esperenziali) che ne possono derivare.
Godere del tempo all’aria aperta apporta infatti notevoli effetti benefici sia sul nostro corpo che sulla nostra mente e adesso che le belle giornate lo consentono, unitamente all’inizio delle vacanze estive per molte famiglie, è opportuno conoscerli nel dettaglio per poterne sfruttare al meglio gli effetti positivi:
- Maggiore vitalità: se stare chiusi in casa a lungo tende a renderci tristi, spenti, piatti, stare a contatto con la natura, al contrario, rende le persone più attive e vitali, più felici, più in salute e più energiche, portando il corpo ad ammalarsi meno di frequente;
- Aumento della creatività: stare a contatto con la natura per un lungo periodo può avere effetti proficui sulla creatività. Uno studio (Atchley e colleghi) ha dimostrato che dopo 4 giorni di totale immersione nella natura e di completa assenza di tecnologia i partecipanti hanno incrementato la creatività e l’abilità di risolvere problemi ben del 50%. Ciò è possibile poiché gli ambienti naturali sono caratterizzati da suoni gentili, morbidi, rilassanti che permettono al sistema attentivo-esecutivo di essere pienamente in funzione” (Atchley et al., 2012);
- Riduzione dello stress: dovremmo prendere esempio dalla popolazione giapponese che ama fare delle lunghe passeggiate nelle foreste per promuovere la loro salute mentale! La pratica si chiama Shinrin-yoku e significa “bagno nella foresta” o “trarre giovamento dell’atmosfera della foresta”: una ricerca, condotta su un campione di 498 soggetti, ha mostrato che coloro che avevano praticato Shinrin-yoku avevano ridotto il grado di ansia e depressione rispetto ai soggetti del gruppo di controllo che non avevano compiuto l’attività, e sperimentavano un maggior senso di vitalità;
- Miglioramento dei sintomi di demenza: moltissimi studi recenti hanno portato i ricercatori a ritenere che gli spazi verdi nelle cliniche possano portare beneficio ai pazienti affetti da demenza, fornendo loro una stimolazione sensoriale e un ambiente che promuova il riaffiorare dei ricordi. Non solo, quindi, l’opportunità di tranquillizzarsi in un ambiente rilassante, ma anche un luogo per ricordare ciò da cui hanno tratto gioia nel passato;
- Miglioramento della memoria: la memoria a breve termine può essere incrementata del 20% camminando nella natura, o anche semplicemente guardando un’immagine di un paesaggio naturale;
- Aumentato senso di appartenenza: un recente studio ha evidenziato che coloro che trascorrono più tempo all’aria aperta sentono maggiormente il senso di appartenenza al mondo e sperimentano un legame più saldo con la terra. Inoltre, stare fuori casa amplifica il sentimento di apprezzamento della bellezza, stimolando immaginazione e curiosità;
- Miglioramento della salute mentale anche per chi vive in città (in aree verdi): I benefici che la natura ha sulla salute mentale non sono solo per coloro che vivono in campagna: trascorrere del tempo in aree urbane più verdi provoca una cascata di benefici che si ripercuote non solo sul singolo, ma sull’intera comunità;
- Aumentata autostima: tutte le tipologie di attività svolte in mezzo alla natura possono avere un effetto positivo sull’autostima: anche solo 5 minuti quotidiani di esercizio nella natura sono sufficienti per dare una spinta all’autostima.
- Miglioramento dei sintomi di ADHD (Disturbo da deficit di attenzione e iperattività): secondo un recente studio, i bambini che soffrono di disattenzione e iperattività che trascorrono molto tempo fuori casa in mezzo alla natura hanno sintomi meno gravi di chi passa più tempo in luoghi chiusi e migliorano a livello di concentrazione, serenità, calma, rilassatezza;
- Supporto al cervello a lavorare in sincronia: scenari naturali pacifici, come un paesaggio marino, permettono a differenti aree del cervello di lavorare in sincronia, al contrario, ambienti costruiti dall’uomo, come per esempio le strade, rallentano queste connessioni nel cervello.
Dott.ssa Alessia Zappavigna –Psicologa