Le parole che gli adulti dicono ai bambini, talvolta senza pensarci troppo, hanno un riflesso sulla loro autostima negli anni si possono trasformarsi in problemi di difficile gestione.
La stima di sé è una risorsa vitale che consente di superare le difficoltà, di stare in salute, di realizzare i propri sogni e diventare adulti sereni e di successo; fa da scudo contro ansia, depressione, violenza e molti dei disturbi del comportamento purtroppo molto diffusi ultimamente.
Le parole che arrivano al cuore dei più piccoli sedimentano e formano il tessuto del loro monologo interiore, cioè del dialogo che avranno con se stessi; così i bambini penseranno “Sono proprio bravo a…”, “Come posso riuscire a…”, “Voglio davvero…”, oppure, al contrario “Non sarò mai capace di…”, “Sono il più scarso di tutti…”, “Non provo neanche, tanto…”.
Anche in questo caso il ruolo degli adulti di riferimento si rivela delicato ma di fondamentale importanza: le critiche costanti, i paragoni, l’evidenziate eventuali mancanze o carenze sono piccole, quotidiane abrasioni dell’autostima dei bambini.
Analizziamo di seguito alcune semplici strategie di comportamento per proteggere l’autostima dei bambini e farla crescere rigogliosa:
- non stigmatizzare o drammatizzare gli errori: è utile far notare gli sbagli senza mortificare, ponendo l’accento sulla negatività dell’azione e non sul valore del bambino (ad esempio, “Hai fatto una cosa sciocca” e non “Sei uno sciocco!”). Inoltre spingere il bambino a riparare l’errore da sé, anziché rimediare al posto suo, lo aiuterà a sviluppare inventiva e intraprendenza, oltre che a sentirsi meno mortificato: l’importante è imparare dagli errori, nessuno è perfetto o ne è esente;
- permettere al bambino di fare esperienze: oltre a divertirsi, conoscere il mondo, a impararle, le avventure alla sua portata lo spingeranno a conoscersi: chiarirà le sue preferenze, i suoi bisogni, le sue antipatie. Si troverà di fronte a una buona quantità di piccole decisioni da prendere e piccoli problemi che risolverà con le sue mani, scoprirà i suoi talenti e le sue inclinazioni e si conoscerà ogni giorno un po di più;
- evitare i paragoni: ogni bambino è diverso dagli altri, ha doti diverse e diversi tempi di sviluppo, nonché diversi modi di veicolare il proprio talento. Piuttosto che confrontare le sue caratteristiche con quelle degli altri sarebbe opportuno valorizzare le sue inclinazioni con la presenza e complimenti espliciti: non c’è niente di peggio, per l’autostima di un bambino, del non sapersi apprezzato dalle persone che considera importanti, oppure del sentirsi apprezzato a intermittenza, solo quando si comporta come gli adulti ritengono giusto;
- promuovere la loro indipendenza e metterli davanti a compiti che possono affrontare con regolarità, possibilmente che facciano parte della realtà adulta, come apparecchiare/sparecchiare la tavola, occuparsi del giardino o di piccoli altri progetti. Perché il bambino sia motivato e orgoglioso però, bisogna che venga lasciato libero di provare e che faccia da solo. Se lo vedi faticare o rallentare, non intervenire prima che te lo chieda. Oltre a una sana autostima, è possibile notare una buona dose di effetti collaterali positivi: si svilupperanno responsabilità, autonomia, capacità organizzativa e altro ancora!
Dott.ssa Alessia Zappavigna -Psicologa