Nel prossimo decreto sull’emergenza coronavirus “allungheremo la cassa integrazione per altre 9 settimane e lo stop ai licenziamenti per tre mesi: non c’è motivo per mandare via i lavoratori in cig”. Lo afferma il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo precisando che il divieto di licenziamento era previsto dal Cura-Italia fino a metà maggio. In arrivo poi un sostegno per colf e badanti: per loro ci sarà un contributo meinsile tra i 400 e i 600 euro. Segui in termpo reale tutti gli aggiornamenti sull’emergenza coronavirus cliccando qui
Il mercato del lavoro a marzo ha resistito – “Meno sussidi e più riqualificazione dei lavoratori. Il più grande investimento che possiamo fare per evitare una gravissima crisi occupazionale è quello sulle politiche attive”. Ne è convinto il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ne parla in un’intervista a Repubblica.it in occasione della Festa dei lavoratori. “I dati Istat di marzo confermano che l’occupazione in quel mese ha tenuto – spiega il ministro – e non ci sono stati licenziamenti, anche grazie al primo decreto di sostegno al reddito. Allungheremo la Cassa integrazione per ulteriori 9 settimane e lo stop ai licenziamenti per altri tre mesi: non c’è motivo di mandare via lavoratori in Cig. Specie ora che abbiamo allargato la Cassa anche a chi ne era escluso, come il professionista con un solo dipendente”.
Reddito di emergenza di 2-3 mesi anche con reddito di cittadinanza – Il Reddito di emergenza sarà “un reddito temporaneo per due o tre mesi” e “immaginiamo una platea di un milione di famiglie e una spesa tra 1,2 e 1,8 miliardi. L’assegno varia da 400 euro per un single a 800 euro per una famiglia”. Dice il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Sara’ possibile integrare Rem e Reddito di cittadinanza: per i “lavoratori poveri, compresi gli autonomi -spiega- sara’ possibile sommare il piccolo sostegno che ricevono fino alla soglia del Rem. Chi prende 200 euro di Rdc potrà integrare fino ad arrivare a 400 euro di Rem”.
A colf e badanti bonus da 400 a 600 euro – “Per colf e badanti pensiamo ad uno strumento inedito che varia a seconda delle ore di lavoro prestate, più adatto della cassa integrazione per queste lavoratrici e lavoratori che spesso hanno anche più di un datore di lavoro-famiglia. In presenza di una riduzione delle ore pari al 25%, per chi è sotto le 20 ore contrattuali sarà previsto un indennizzo di 400 euro mensili e per chi e’ sopra 600”. Dice ancora il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo e spiega che “basterà una domanda con semplice autocertificazione”.
Si cerca soluzione anche per braccianti – “La carenza di manodopera in agricoltura è un problema. Sarebbe utile proporre non solo a chi percepisce il Reddito di cittadinanza, ma anche a quanti ricevono la Cassa integrazione o la Naspi di offrire qualche ora di lavoro per l’agricoltura senza perdere il sussidio. Con la ministra dell’Agricoltura Bellanova e con Anpal stiamo lavorando ad una App anti-caporalato, capace di incrociare domanda e offerta di braccianti in tempo reale e trasparente”. Questo il parere della Catalfo in risposta alle associazioni agricole che chiedono di far lavorare nei campi chi percepisce reddito di cittadinanza in sostituzione dei braccianti stranieri, che non sono arrivati a causa dell’emergenza sanitaria.
Fonte: Tgcom24.mediaset.it