La risalita dei contagi da Covid potrebbe indurre il Ministero della Salute a valutare l’introduzione di un green pass rimodulato. Il prossimo 31 marzo termina lo stato d’emergenza e da quel giorno cadranno alcune restrizioni. Difficile però ipotizzare la scomparsa definitiva del “certificato verde”, almeno per quanto riguarda i posti di lavoro.
Alcune aziende hanno previsto il graduale abbandono dello smart working ma in conseguenza di ciò potrebbero aumentare i pericoli. L’obbligo di presentare il green pass potrebbe durare fino al prossimo 15 giugno, data a partire dalla quale terminerà l’obbligo vaccinale per i soggetti con più di 50 anni. Il certificato potrebbe, quindi, rimodularsi in base ai dati epidemiologici e non sparire del tutto. Più in generale si lavora ad un allentamento progressivo delle misure come l’obbligo di mascherina al chiuso: prima per le attività all’aperto e poi al chiuso. Il green pass al momento è rilasciato dopo la terza dose e ha una durata illimitata quindi senza necessità di nuove vaccinazioni. In ogni caso sull’argomento resta aperta la discussione nel governo.
La certificazione è stata introdotta per la prima volta con il decreto-legge del 22 aprile 2021. E’ un documento digitale o stampabile rilasciato a chi sia guarito dal Covid, sia vaccinato o abbia effettuato un test antigenico rapido o molecolare risultato negativo. E’ necessario per svolgere una serie di attività e le uniche eccezioni sono l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico non di linea o privati; la fruizione del trasporto scolastico dedicato; l’accesso ad esercizi commerciali che vendano beni essenziali o cibo da asporto; l’accesso agli uffici pubblici per esigenze primarie; la frequentazione delle scuole dell’infanzia primarie e secondarie; e l’ingresso di utenti e accompagnatori nelle strutture sanitarie e sociosanitarie.
Fonte: gds.it