La variante Omicron 3 del Coronavirus arriva in Sicilia. Due casi, come riporta Andrea D’Orazio in un articolo sul Giornale di Sicilia in edicola, sono stati diagnosticati, entrambi nel Palermitano: uno in città e l’altro a Partinico. Nell’Isola i contagi (3.747 quelli di ieri) sono ancora in gran parte legati alla variante Omicron 2, meno pericolosa ma certamente più contagiosa rispetto alle precedenti forme. I casi Omicron 3 a Palermo sono stati sequenziati dal Centro regionale per la qualità dei laboratori.
Omicron 3, i sintomi
I sintomi più comuni con cui si presenta Omicron 3 sono i più leggeri tra quelli che abbiamo imparato a conoscere finora ma sono sostanzialmente gli stessi. L’interessamento di naso e gola è maggiore rispetto a quello dei polmoni e questa è una buona notizia. Un altro sintomo da sempre indicativo del contagio è stata considerata la perdita di olfatto e gusto che con questa variante sembra essere attenuata.
Calati anche i ricoveri in ospedale, proprio perché gli organi interni vengono meno colpiti, ma restano comunque i danni alle cellule dei polmoni.
Il calo dei casi e l’attenuazione dei sintomi è in ogni caso legata anche alla maggior diffusione del vaccino anti Covid.
Omicron, resiste più a lungo sulle superfici
La variante Omicron resiste sulle superfici più a lungo rispetto al virus SarsCov2 originario e ciò potrebbe facilitare la trasmissione dell’infezione attraverso il contatto con le superfici o altri oggetti, i cosiddetti fomiti. È quanto sostiene uno studio condotto dalla University of Hong Kong pubblicato su bioRxiv, piattaforma su cui vengono rese disponibili ricerche prima della valutazione da parte della comunità scientifica. I ricercatori hanno verificato la stabilità del virus su diverse superfici sia lisce sia porose. In tutti i casi, Omicron si è dimostrata più resistente del virus di Wuhan. Sull’acciaio inossidabile, due giorni dopo l’inizio dell’esperimento rimaneva attivo solo lo 0,09% delle particelle virali del ceppo originario contro il 14,18% di Omicron. Quest’ultima, dopo 7 giorni aveva ancora quasi il 2% delle particelle di virus attive. Sulla plastica (polipropilene), dopo due giorni rimaneva attivo solo lo 0,14% del virus originario contro l’8,47% di Omicron; sul vetro lo 0,1% del virus di Wuhan contro il 6,13% di Omicron. Risultati meno evidenti sono stati osservati sulle superfici porose, sulle quali il virus si degrada molto più velocemente.
Fonte: Gds.it