La scorsa settimana sono stati segnalati oltre 3,3 milioni di nuovi casi di Covid-19 a livello globale. La metà dei nuovi contagi è stata registrata in Europa, dove si è assistito a un aumento del 22% rispetto alla settimana precedente. Lo certifica l’Oms nel suo rapporto settimanale sulla pandemia, basato sui dati ricevuti dai Paesi membri. Inoltre, emerge ancora dal rapporto, l’Europa ha anche registrato un aumento del numero di nuovi decessi pari al 46% rispetto alla settimana precedente. Dall’inizio della pandemia, segnala l’Oms, c’è stato un aumento della proporzione di casi confermati nei gruppi di popolazione più giovane e una diminuzione della proporzione di casi in persone di età pari o superiore a 65 anni. Mentre la maggior parte delle persone con guarisce dopo 2-6 settimane, sottolinea ancora il rapporto, c’è una documentazione crescente degli effetti a lungo termine, anche tra i gruppi più giovani e non vulnerabili.
UNGHERIA – Il Covid si diffonde in Ungheria, e il premier Viktor Orban ha annunciato, come accaduto in primavera, il ricorso ai pieni poteri. Governerà con decreti per 90 giorni: questi potranno abrogare anche leggi vigenti, senza l’intervento del Parlamento. Per contenere l’epidemia, il governo ha annunciato il coprifuoco per la notte, ma non chiude nulla: restano aperte scuole, ristoranti e locali, negozi, e stasera la Juventus giocherà contro il Ferencvaros nello stadio di Budapest, davanti a un pubblico regolare.
POLONIA – Nuove più severe restrizioni sono state annunciate dal premier polacco Mateusz Morawiecki, per limitare il rapido sviluppo dell’epidemia di coronavirus, che solo oggi ha visto in Polonia 24.692 nuovi contagi in 24 ore e 373 vittime. Secondo il governo, il servizio sanitario è già sotto stress, al limite delle sue possibilità. Dalla prossima settimana, e fino alla fine di novembre, anche i bambini delle scuole elementari passeranno alle lezioni on line (come già accade da tempo per gli alunni delle scuole secondarie e per gli universitari). Resteranno aperti invece gli asili infantili. Chiusi anche i centri commerciali, i teatri e i cinema. Gli alberghi offriranno camere soltanto a coloro che sono in viaggio di servizio. Chi può lavorare a casa invece che in ufficio è invitato a farlo, e si chiede di uscire solo se necessario. Nel Paese, – attraversato da affollatissime manifestazioni per il diritto all’aborto, dopo la pronuncia della Corte costituzionale che quasi lo abolisce – Morawiecki ha aggiunto che, in caso di un ulteriore aumento dei numeri del Covid il governo dovrà introdurre un vero e proprio lockdown , mettendo il Paese in “quarantena nazionale”. “Il nostro sistema della sanità è ai limiti, dobbiamo frenare drasticamente la crescita del numero di malati” ha affermato il ministro della sanità Adam Niedzielski, presente anche lui alla conferenza stampa.
BULGARIA – In Bulgaria continuano i record assoluti per contagi e decessi da coronavirus. Nelle ultime 24 ore nel Paese balcanico, che conta circa 7 milioni di abitanti, si sono registrati 4.041 contagi pari a circa il 40% degli 11.066 test diagnostici effettuati. Il maggior numero delle persone contagiate si registra sempre nella capitale Sofia (circa due milioni di abitanti): 1612. Il totale dei contagi da inizio epidemia è ad oggi di 60.573. Da ieri sono stati segnalati 63 decessi e il numero complessivo delle vittime sale a 1.412. Il bilancio dei casi di infezione fra il personale medico sanitario è salito a 2.542. Attualmente vi sono 37.581 casi attivi in Bulgaria, mentre negli ospedali sono ricoverati 2.922 pazienti, 210 dei quali in terapia intensiva. Intanto da ieri le autorità greche hanno introdotto un cambiamento nel funzionamento del checkpoint di frontiera di Promahon al confine con la Bulgaria. Dalle 21:00 alle 5:00, i cittadini stranieri – a piedi, in auto e in autobus – non saranno ammessi in territorio greco attraverso il checkpoint. All’ingresso in Grecia in questo intervallo di tempo saranno ammessi solo i cittadini greci. I camion che trasportano merci passeranno come prima senza modifiche. La restrizione sarà in vigore fino al 17 novembre 2020.
SERBIA – Nuovo record di contagi in Serbia, dove per la prima volta dall’inizio dell’epidemia il numero giornaliero dei casi di coronavirus ha superato quota 2 mila. Come hanno riferito i responsabili sanitari, le infezioni nelle ultime 24 ore sono state 2.412 su 12.617 test effettuati. Quasi la metà dei nuovi casi si è registrata nella capitale Belgrado, che resta il focolaio principale nel Paese. Da ieri i decessi sono stati sei, che portano a 850 il numero delle vittime, mentre il totale dei contagi è ad oggi di 53.495. I pazienti in ospedale sono 2.014, dei quali 53 in terapia intensiva con respiratore. La premier Ana Brnabic ha detto oggi che non si prevede al momento di imporre nuove restrizioni, nè si pensa a chiudere le scuole. Saranno al contempo rafforzati i controlli sul rispetto delle norme di prevenzione.
SVIZZERA – Ha superato la soglia dei 10.000 il numero di nuovi casi di Covid 19 in un solo in giorno registrato in Svizzera. Secondo i dati resi noti oggi dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), nelle ultime 24 ore in sono stati segnalati altri 10.043 nuovi contagi di Covid-19 e 72 ulteriori decessi. In tutta la Svizzera e nel vicino Liechtenstein i 36.369 tamponi realizzati nelle ultime 24 ore hanno avuto un tasso di positività del 27,70%.Dall’inizio della pandemia sono stati confermati 192.376 casi di infezione. Il numero totale dei decessi morti è salito a 2.275.
BELGIO – Per la prima volta da diverso tempo i contagi da coronavirus in Belgio sono diminuiti leggermente la scorsa settimana rispetto a quella precedente, anche se il loro numero è ancora molto alto. Lo rende noto il rapporto provvisorio dell’Istituto di sanità pubblica Sciensano, stando all’agenzia di stampa Belga. Tra il 25 e il 31 ottobre è stata registrata una media di 14.235,4 casi giornalieri, in calo del 4% rispetto ai 14.569,1 registrati durante la settimana precedente. Il trend positivo sembra essere confermato poiché il tasso di contagi si sta stabilizzando mentre i ricoveri sono in aumento, ma meno rapidamente, ha dichiarato Yves Van Laethem, portavoce interfederale per la lotta al Covid-19.
REGNO UNITO – Il lockdown bis al via il 5 novembre in tutta l’Inghilterra è una misura necessaria per cercare di abbassare la curva attuale dei contagi da coronavirus ed evitare la prospettiva di una “minaccia esistenziale” al servizio sanitario nazionale britannico (Nhs); ma è una misura che scadrà “automaticamente” il 2 dicembre dopo 4 settimane, salvo successivi voti in Parlamento. Lo ha assicurato il premier Tory, Boris Johnson, chiedendo il via libera dei deputati, chiamati per la prima volta a votare stasera sulle restrizioni legate all’emergenza Covid – a una mozione ad hoc presentata dall’esecutivo. Il sì dell’aula appare del resto scontato, malgrado la ribellione anti-lockdown di una quindicina di esponenti della maggioranza (che parte da uno scarto di più 90); anche per la posizione favorevole al confinamento annunciata dal leader laburista Keir Starmer e del grosso dell’opposizione, che pure non hanno risparmiato critiche verso Johnson.
DANIMARCA – La premier danese Mette Frederiksen e due terzi del suo governo sono stati costretti in isolamento a causa di un test positivo al Covid-19 del ministro della Giustizia e di diversi parlamentari. In totale, 13 dei 20 membri del governo del paese scandinavo si sono limitati al telelavoro. Il primo ministro, che venerdì ha partecipato a un incontro con il ministro della giustizia Nick Haekkerup, “attualmente non ha sintomi di Covid-19 e continua, per quanto possibile, il suo lavoro con incontri virtuali”, ha detto il suo ufficio in un comunicato stampa.
RUSSIA – Il numero di infezioni di coronavirus in Russia è aumentato di 19.768 casi nel corso dell’ultimo giorno, la cifra massima dall’inizio della pandemia. Il numero totale di casi è salito a 1.693.454, stando alla sede operativa per il controllo e il monitoraggio del virus. I morti sono invece 389 rispetto ai 355 del giorno scorso, raggiungendo un altro record. Un totale di 29.217 persone sono morte in Russia a causa del coronavirus. Lo riporta la Tass.
LITUANIA – La Lituania ha adottato un regime di lockdown di 3 settimane a partire dal 7 novembre, per rallentare la diffusione del coronavirus. Lo riferisce il Guardian. Nel paese baltico si è registrata un’impennata crescita dei nuovi contagi negli ultimi giorni (numeri triplicati rispetto al 20 ottobre). Finora sono oltre 18.000, con 182 morti.
BRASILE – Il Brasile ha raggiunto quota 160.548 vittime e 5.567.126 contagi per coronavirus tra lunedì e martedì: è quanto si apprende dagli ultimi dati delle segreterie sanitarie dei 27 governi statali, secondo cui nelle ultime 24 ore ci sono stati altri 276 morti. La media mobile degli ultimi sette giorni è stata di 367 morti, il 30% inferiore alla media precedente e la più bassa dal 28 aprile. Nel frattempo, nelle ultime 24 ore sono stati segnalati altri 13.748 nuovi casi di Covid-19, con una media mobile di 18.032, che è inferiore del 21% rispetto alla media registrata 14 giorni fa.
CINA – Diciassette nuovi casi confermati di Covid-19 sono stati registrati ieri nella Cina continentale, di cui due trasmessi a livello locale e 15 importati. Lo rendono noto le autorità sanitarie cinesi. Le due infezioni trasmesse a livello locale sono casi asintomatici segnalati nella Regione autonoma dello Xinjiang Uygur, nella Cina nord-occidentale, poi riclassificati come casi confermati. Lo hanno riferito la Commissione Sanitaria Nazionale cinese e dall’autorità sanitaria locale dello Xinjiang. Un nuovo caso sospetto di COVID-19, proveniente da fuori la Cina continentale, è stato segnalato a Shanghai. La Commissione Sanitaria Nazionale nel suo bollettino quotidiano ha comunicato inoltre che non è stato segnalato nessun nuovo decesso correlato alla malattia. Tra i nuovi casi importati, come comunicato ancora dalla commissione, quattro sono stati segnalati a Shanghai, tre ciascuno nel Guangdong e nel Sichuan, due ciascuno nella Mongolia Interna e nel Fujian, e uno nello Shaanxi. Ieri in Cina continentale complessivamente 16 pazienti COVID-19 sono stati dimessi dagli ospedali dopo essersi ripresi. Fino alla serata di ieri erano stati segnalati in totale 3.460 casi importati in Cina continentale. Tra questi, 3.136 erano stati dimessi dagli ospedali dopo essersi ripresi, e 324 risultavano ancora ricoverati. Nessun decesso è stato segnalato tra i casi importati.
Fonte: Ansa.it