“Chi sa parli“. Ne è certa Piera Maggio: qualcuno, e forse più di qualcuno, sa cosa è successo a Denise. Intervenuta in collegamento video nel corso della trasmissione Chi L’ha Visto? la “mamma guerriera” di Mazara del Vallo ribadisce, per l’ennesima volta, la necessità di stabilire la verità sulla scomparsa della sua bambina. “Sono passati diacessette anni, adesso basta. Aprite il cuore e dite la verità. Fatelo nella forma che più ritenete opportuna ma dite la verità“, si rivolge con un appello accorato a chi potrebbe far luce, una volta per tutte, sulla drammatica vicenda.
“Vogliamo la verità”
Dopo 17 anni di attesa, intrighi, depistaggi e bugie, il caso di Denise Pipitone potrebbe riservare ancora dei risvolti inattesi. Nonostante siano passate circa due decadi dalla scomparsa della bimba, il tempo sembra essersi fermato. Le lancette dell’orologio continuano ad oscillare tra le ore 11.35 e le 11.45 di quel tagico 1°settembre del 2004. Quindici minuti di buio, quindici minuti di blackout: quelli che hanno segnato l’inizio di un incubo senza fine, l’inizio di un giallo a tinte sempre più cupe. “Noi non molliamo, vogliamo la verità, vogliamo giustizia ma soprattutto non ho mai perso la speranza di riabbracciare mia figlia“, ripete instancabilmente Piera Maggio. Chi ha rapito Denise?
Gli errori nelle indagini
Tanti, troppi errori sono stati commessi nelle indagini relative alla scomparsa di Denise. E 17 anni più tardi, a fronte di considerazioni successive ai “mesi caldi” delle ricerche, quegli stessi errori appaiono ancor più evidenti. “Avrei tanto da dire – confessa Piera Maggio a Federica Sciarelli – Sin da subito ha notato che c’era qualcosa che non andava nelle indagini. Nelle ricerche ci sono state persone che hanno messo anima e cuore per ritrovare Denise. Ma altre, che forse non erano competenti e altre ancora che non dovevano starci, non non le hanno favorite“. Secondo indiscrezioni, le persone intercettate a quell’epoca avrebbero saputo di essere ascoltate dagli inquirenti. L’ipotesi – mai confermata – è che qualcuno coinvolto nelle indagini avesse riferito ai sospettati dell’attività investigativa. “Perché qualcuno delle forze dell’ordine di quell’epoca non ci racconta come sono andati i fatti visto che un pubblico ministero e chi curava le indagini sono stati traditi nell’esercizio delle loro funzioni?“, lancia un appello l’avvocato Giacomo Frazzitta, ospite in studio del programma.
Il “caso” di Jessica Pulizzi
Al tempo delle prime indagini, le attenzioni degli investigatori convogliarono tutte su Jessica Pulizzi, figlia di Pietro Pulizzi, il padre naturale di Denise. La ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, fu accusata di sequestro in concorso della bambina. Tuttavia, fu assolta in tutti e tre i gradi di giudizio nel processo a suo carico per insufficienza di prove. Eppure, Piera Maggio è fermamente convinta del coinvolgimento della giovane Pulizzi nella vicenda e lo ribadisce, ancora una volta, ai microfoni di Chi l’ha Visto? “Passava tutti giorni nella strada dove abitavo – rivela – Non passava per andare a trovare la sorella dell’ex fidanzato. Jessica mi ha squartato tutte e quattro le ruote della macchina. C’è stato anche un incendio a una erboristeria di mia sorella“. A detta di mamma Piera, Jessica non avrebbe agito da sola bensì con la complicità di sua madre Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi. “Quando è stata sequestrata Denise io lo dissi ai due marescialli – continua –indirizzandoli ad andare a casa di Anna Corona. Per me, nell’immediatezza, non potevano essere che loro“.
Il testimone
Alle ore 12.17 del giorno del rapimento (risulta dai tabulati telefonici) parte una telefonata da un magazzino di via Rieti, a Mazara, dove si costruiscono cassette per il pesce. Dall’altra parte del telefono c’è la madre di Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi e madre di Jessica. Nel 2013 l’avvocato Frazzitta si reca al negozio e parla con uno degli operai che lavorava lì nel 2004, Battista Della Chiave, un sordomuto di 74 anni. Nella stessa strada, poco distante dal negozio, abita il nipote di Battista, Giuseppe Della Chiave, compagno dell’allora migliore amica della Corona, Loredana Genna. Il legale di Piera Maggio intende sapere da Battista se sia stato suo nipote Giuseppe a chiamare Anna Corona, una circostanza che potrebbe avere notevole rilevanza per le indagini. Con l’ausilio del linguaggio dei segni, Battista gli spiega che non solo Giuseppe ha fatto quella chiamata delle 12.17 ma che quel giorno “aveva una bambina in braccio“, che riconosce in Denise da una fotografia. Poi, insieme alla piccina si sarebbe allontanato “verso il mare“. Ma Giuseppe Della Chiave nega qualunque coinvolgimento nella vicenda sostendo che su zio non sappia comunicare in alcun modo. Il teste Battista Della Chiave viene ritenuto inattendibile anche dagli inquirenti. Non lo è per Piera Maggio che, a distanza di 17 anni, ribadisce: “Io gli credo“. Ora davvero questa storia potrebbe seguire un corso nuovo, diverso: quello che porta a Denise.
(Fonte: ilgiornale.it – Rosa Scognamiglio)