I carabinieri stanno verificando la segnalazione di una donna della provincia di Cosenza che ha riferito diverse circostanze ritenute verosimili. La giovane non si è sottratta alle verifiche e ha fornito i nomi dei genitori e altre informazioni utili. La procura dovrà decidere se procedere o meno con la comparazione del dna. E intanto l’avvocato Frazzitta ha fatto sapere di essere sulle tracce della donna ripresa in un video con una bambina molto somigliante alla piccola.
Le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone vanno avanti dopo la riapertura del caso da parte della procura di Marsala. I magistrati stanno riesaminando la vecchia inchiesta e sono tornati ad indagare, a diciassette anni di distanza dalla scomparsa della bambina da Mazara del Vallo, per capire se ci sono stati depistaggi o errori avvenuti nei primi giorni dell’inchiesta, come sostenuto a più riprese da Piera Maggio, mamma di Denise. Dettagli che potrebbero avere un peso in questa vicenda drammatica e ancora oggi oscura, in cui qualcuno conosce la verità, ma tace. A che punto sono le indagini? Nelle ultime ore sono due le piste battute dagli investigatori: una porta a Scalea, in provincia di Cosenza, l’altra a Milano.
Denise Pipitone e la ragazza di Scalea: il punto sulle indagini
C’è stato un nuovo passo in avanti: i carabinieri di Scalea stanno eseguendo controlli su una ragazza di origini rom che vive nella cittadina cosentina e sarebbe somigliante alla bimba scomparsa a Mazara del Vallo, dopo una segnalazione arrivata da una donna della provincia di Cosenza che ha riferito diverse circostanze ritenute verosimili. Chi ha segnalato la somiglianza con Denise Pipitone, sulla base di alcune foto della piccola scomparsa circolate sui giornali, pare abbia riferito diverse circostanze che potrebbero fare ipotizzare la verosimiglianza di quanto dichiarato. Ed ecco perché gli investigatori stanno procedendo con gli accertamenti necessari. La ragazza, ascoltata ieri in caserma, non si è sottratta alle verifiche e ha fornito i nomi dei genitori e altre informazioni utili a ricostruire la sua vita passata.
Di tutto è stata informata la procura della Repubblica di Marsala che ora dovrà decidere se procedere o meno con la comparazione del dna. La ragazza localizzata a Scalea avrebbe trascorso l’adolescenza in un istituto religioso nel cosentino. La sua età dichiarata, 19 anni, non corrisponderebbe però a quella di Denise Pipitone che oggi ne avrebbe quasi 21. Quando la piccola scomparve nel 2004, infatti, aveva quattro anni. La giovane identificata, che si chiama Denise come la bambina scomparsa, avrebbe fornito anche i riferimenti per rintracciare i suoi genitori, che oggi non vivono con lei. L’indagine prosegue e tutti gli accertamenti necessitano della massima cautela. C’è grande riserbo. “La procura con noi non parla, è un muro”, ha riferito l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale della famiglia Pipitone.
L’indagine sulla bambina e la donna riprese in un video a Milano
L’accertamento condotto in queste ore dai carabinieri di Scalea non riguarda il caso segnalato qualche giorno fa dall’avvocato Frazzitta nel corso della trasmissione “Mattino Cinque”, quando è andato in onda un confronto fotografico tra la donna che nel 2005 fece una telefonata anonima a Piero Pulizzi e la donna ripresa a Milano nell’ottobre 2004 con una bambina molto somigliante alla piccola, scomparsa poco prima. L’avvocato Frazzitta ha fatto sapere di essere sulle tracce della donna del video del 2004. Di cosa parliamo? È il 14 gennaio 2005, pochi mesi dopo la sparizione, quando Piero Pulizzi, il papà naturale di Denise, riceve una chiamata da una donna, partita da un campo rom di Marsala, non lontano da Mazara del Vallo: nella telefonata si sente la voce di una donna dall’accento straniero e in sottofondo il pianto di una bambina.
Gli accertamenti fatti poco dopo in quel campo nomadi non porteranno a nessun risvolto decisivo nelle indagini, anche se si riuscirà a capire a chi appartiene quell’utenza. Sul cellulare della donna che effettuò quella telefonata, il numero di Piero Pulizzi era salvato come “Piero Fra”. La donna spiegò di aver preso quel telefono di seconda mano e che il numero di Pulizzi era già in rubrica. Alla donna che telefonò a Piero Pulizzi verrà scattata una fotografia. Dopo anni, per la prima volta, “Mattino Cinque” ha messo a confronto l’immagine della donna del campo rom di Marsala con la foto scattata a Milano, più o meno nello stesso periodo, a una donna che aveva vicino a sé una bambina molto simile a Denise Pipitone.
È necessario fare un passo indietro. Il riferimento è ai fatti avvenuti a Milano il 18 ottobre 2004, poco più di un mese dopo la scomparsa di Denise, quando la guardia giurata Felice Grieco vide una bambina “somigliante a Denise Pipitone in compagnia di un gruppo di rom”, girò un breve video e chiamò la polizia. “Purtroppo sono 17 anni che vivo con il rimorso di non aver agito d’impulso, anche se sarei andato nell’errore. Quel giorno non me la sentii – ha raccontato la guardia giurata -. In questi giorni sul web sono stato attaccato da molte persone per questa cosa. Tutti dicono che avrei dovuto prenderla e portarla via, che io essendo una guardia giurata avrei potuto farlo. Si sbagliano di grosso. Non potevo fare niente”.
Felice Grieco ha ricostruito così cosa accadde quel giorno: “Quella mattina verso le 12 il direttore della banca mi invitò ad allontanare un ragazzino che disturbava. Appena girato l’angolo mi trovai davanti un’altra bambina che colpì subito la mia attenzione, assomigliava molto a Denise Pipitone”. Era il 18 ottobre 2004: Denise era scomparsa da Mazara del Vallo poco più di un mese prima, il primo settembre. “Per me era proprio lei. Chiamai prima mia moglie, subito dopo la polizia – ha ricordato Grieco – chiesi di poter intervenire con una scusa, ma mi fu detto di aspettare il loro intervento. Feci anche il famoso video, mi dissi che almeno così avevano una faccia da riconoscere, da controllare. Per trattenere il gruppo di rom chiesi alla bimba se volesse mangiare qualcosa, mi rispose: una pizza. La polizia arrivò molto tardi, quella mattina ci fu un omicidio al Niguarda. Il gruppo con la bambina si allontanò. La bambina parlava perfettamente italiano”. Tempo dopo, proprio sul luogo della segnalazione, Grieco incontrò la madre di Denise, Piera Maggio: “Si arrabbiò molto con me. La capisco”. L’indagine su quel video si arenò, ma l’episodio è tornato sotto i riflettori pochi giorni fa proprio per il confronto fotografico tra le due donne.
“La somiglianza è notevole”: così l’avvocato Giacomo Frazzitta – legale dei genitori di Denise Pipitone – ha commentato il confronto tra le donne nelle due foto (l’immagine della donna del campo rom di Marsala e quella della donna che a Milano aveva vicino a sé una bambina molto simile a Denise). “È abbastanza sconvolgente, è la prima volta che la vedo”, ha spiegato Frazzitta che però ha voluto anche considerare la differenza di età tra le donne immortalate nelle due foto scattate a pochi mesi di distanza e ha aggiunto: “In teoria una potrebbe essere la figlia dell’altra”. Qui sotto, il video del programma di Canale5 che ricostruisce il caso parlando del confronto tra le due foto.
La pista seguita dagli inquirenti è sempre quella familiare. Il 5 maggio scorso i carabinieri del reparto della Scientifica di Trapani hanno eseguito un’ispezione in un appartamento a Mazara del Vallo che in passato era stato abitato da Anna Corona, l’ex moglie di Piero Pulizzi, il padre naturale di Denise Pipitone (la bambina porta il cognome del primo marito di Piera Maggio, ma è nata da una relazione extraconiugale tra quest’ultima e Pulizzi). Anna Corona è la mamma di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise finita sotto processo per il presunto sequestro della bambina ma che poi è stata assolta in tutti i gradi di giudizio, con sentenza definitiva della Cassazione nel 2017. Il sopralluogo è stato disposto proprio dalla procura di Marsala che nei giorni scorsi ha riaperto l’indagine. L’appartamento di via Pirandello ispezionato dai militari è disabitato da circa un anno. In quella casa, dove Anna Corona non vive più da tempo avendone ceduto la proprietà, i carabinieri erano già stati tante volte nel 2004.
Gli inquirenti hanno cercato di capire se in quell’abitazione siano stati eseguiti dei lavori edili. L’ispezione sarebbe scaturita da una segnalazione arrivata nei giorni scorsi in procura: secondo una fonte non anonima, i lavori sarebbero stati eseguiti dopo la scomparsa della bambina. I carabinieri hanno anche controllato una botola che si trova in uno dei due garage dell’abitazione e dalla quale si accede a un pozzo: in 17 anni non sarebbe mai stata ispezionata. “I proprietari della casa sono in Svizzera, io ho solo portato le chiavi della palazzina ai carabinieri che me le hanno chieste”, aveva spiegato la custode dello stabile, aggiungendo anche che di recente non sarebbero stati fatti interventi di ristrutturazione ma “solo piccoli lavori”. Gli accertamenti hanno dato esito negativo: i carabinieri e i vigili del fuoco che hanno ispezionato il pozzo non hanno trovato nessuna traccia riconducibile alla scomparsa di Denise.
Lunedì 3 maggio, invece, il procuratore capo di Marsala Vincenzo Pantaleo e i sostituti Roberto Piscitello e Giuliana Rana hanno ascoltato come persona informata dei fatti l’ex pm Maria Angioni (ora giudice a Sassari) che all’epoca della scomparsa della bambina si occupò della vicenda. Nei giorni scorsi Angioni era intervenuta in alcune trasmissioni tv parlando di scarsa collaborazione di alcuni testimoni e denunciando: “Abbiamo avuto grossi problemi. Abbiamo capito che dopo tre giorni tutte le persone sottoposte a intercettazioni già sapevano di essere sotto controllo. A un certo punto, quando ho avuto la direzione delle indagini, ho fatto finta di smettere di intercettare e poi ho ripreso daccapo con forze di polizia diverse, nel disperato tentativo di salvare il salvabile”.
Il caso di Denise Pipitone era tornato sotto i riflettori nelle scorse settimane, soprattutto dopo la vicenda di Olesya Rostova, la ragazza russa andata in tv in cerca dei genitori. Anche qui un buco nell’acqua. Tra polemiche e colpi di scena, alla fine il gruppo sanguigno della giovane era risultato diverso da quello di Denise Pipitone. “Ci abbiamo sperato senza mai perdere quella sana lucidità che dall’inizio della segnalazione abbiamo avuto, l’esser cauti. Sono stati giorni difficili, pieni di tensione. Adesso continueremo nella nostra battaglia come abbiamo sempre fatto”, aveva detto Piera Maggio dopo la conferma dai test genetici.
“Fino a prova contraria Denise è viva e va cercata, se e quando ci dimostreranno il contrario, allora ci fermeremo nel cercarla e proseguiremo in altro – hanno scritto in un post su Facebook Piera Maggio e Piero Pulizzi, genitori della piccola Denise -. Chiunque in tutti questi anni ci ha fatto del male indirettamente o indirettamente, non può e non deve rimanere impunito, soprattutto chi ha sequestrato Denise!”. Denise Pipitone fu vista l’ultima volta la mattina del primo settembre 2004, mentre giocava in strada nei pressi di casa sua a Mazara del Vallo, all’angolo tra le vie Castagnola e La Bruna. Ad accorgersi che la bambina era scomparsa fu la nonna, che diede l’allarme. Seguirono giorni di ricerche febbrili, con decine di segnalazioni, ma della bambina non fu trovata traccia. L’estate scorsa la procura di Marsala ha diffuso la ricostruzione fotografica dell’aspetto che avrebbe oggi (foto qui sotto), elaborata dal team dei carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche su input dei pubblici ministeri. Un identikit effettuato attraverso “l’age progression”, una stima di invecchiamento che permette di ricostruire come Denise potrebbe essere oggi.
Fonte: Today.it