Quando siamo arrivati davanti alla grotta non sapevamo cosa avremmo trovato, abbiamo dovuto scendere da cavallo e chinarci e ci siamo accorti che vi era una bella famiglia; abbiamo osservato il padre e la madre e subito abbiamo capito che anche loro hanno trovato quello che noi cercavamo ed insieme, da prospettive diverse, ci siamo posti in adorazione del Bambino.
Se è vero che non vi è uomo che non si è posto il problema della ricerca di Dio, è anche vero che nessun uomo può dire di averlo incontrato secondo le sue attese e per sempre.
Dio è molto più dell’uomo e quest’ultimo quando lo cerca lo fa con categorie e aspettative sempre improprie che nell’incontro verranno inesorabilmente stravolte.
Dentro la grotta, e non nella regia, quello che più ci ha impressionato è l’avere scoperto che la nostra esistenziale ed incostante ricerca è stata possibile perché, a nostra volta, siamo stati cercati da Dio.
Non sappiamo dirvi bene a parole, con il Bimbo in braccio, abbiamo capito che, prima ancora di metterci in cammino, Dio camminava verso di noi; anzi, è stato possibile metterci in cammino perché Dio aveva deciso di venirci incontro.
Nel figlio di Maria e di Giuseppe abbiamo fatto la meravigliosa esperienza di sentirci conosciuti e cercati da Dio; ricostruendo a ritroso il nostro inquieto percorso, si è come rivelato a noi il senso completo di quello che non riuscivamo a capire in modo chiaro; la stella, che ci ha spinti al cammino e che dall’alto indica il sentiero da percorrere, è il segno di un amore che ci precede e che fonda ogni altro amore.
Farse sarà capitato anche a voi, di rileggere il passato alla luce del presente e di rendere lode a Dio per come vi ha misteriosamente guidati dentro un percorso che per voi non era chiaro, ma che adesso risulta splendente e ricco del suo amore; dopo un periodo tenebroso subentra un’inaspettata luce che fa camminare speditamente.
Vi auguro di cercare con cuore libero, quel Dio che da sempre ci cerca.
don Giuseppe Alcamo