Si parla molto spesso di allergie alimentari. Ma cosa sono nel concreto? Si tratta di reazioni avverse a proteine contenute negli alimenti, dovute a un meccanismo immunologico .Nell’allergia alimentare la risposta può essere molto grave anche assumendo una piccola quantità di cibo. I sintomi più comuni variano dal rossore e gonfiore cutaneo improvviso, orticaria, prurito, gonfiore a labbra, viso o gola, nausea, vomito, crampi, diarrea, respiro sibilante, vertigini, ipotensione sino a sincope (perdita improvvisa di coscienza).
Quali sono i test giusti per scoprire subito a che cosa si è allergici
1-Test cutanei: i più validati sono i cosiddetti prik test .Si mette una goccia di allergene sulla pelle, appena scalfita, osservando se si manifesta una reazione sotto forma di ponfo più o meno grande, sulla base di IgE, ovvero anticorpi specifici.
2- IgE nel sangue: ricerca delle IgE nel sangue tramite prelievo.
3- I patch test :si effettuano nei casi in cui le allergie si manifestano con un certo ritardo rispetto all’esposizione all’allergene. “Si effettuano applicando un cerottino o dischetto alla pelle, mantenendolo per almeno 48 ore andando poi a vedere ce c’è una reazione ritardata. Sono particolarmente usati per eventuali allergie a metalli come il nickel
4-I test di provocazione: sono il livello più elevato di accertamento, a cui si fa ricorso solo in particolari casi e quando non si hanno alternative valide. “Funzionano mettendo nell’occhio o nel naso, per nebulizzazione, l’allergene sospetto in quantità crescente, ma si deve procedere in ambiente protetto, come un ospedale, dove è possibile intervenire tempestivamente in caso di reazione importante
5- I test in vitro: a differenza di quelli precedenti, sono condotti non sul paziente, ma in vitro, verificando se i basofili a contatto con l’allergene libera l’istamina, causando una reazione. Sono però molto sofisticati ed eseguiti solo da alcuni laboratori con grande esperienza. Sono ancora oggetto di studio”.
Dott.ssa Iride Curti Giardina