Il nuovo dpcm annunciato dal premier Conte stabilisce chiusure temporanee, una sorta di “coprifuoco” che secondo quanto previsto dalla bozza va deciso dai sindaci, in piazze e vie dopo le 21 di fronte ad eventuali rischi di assembramenti. Nel testo definitivo però il riferimento ai primi cittadini sparisce. Ed è caos, perchè ora i sindaci si chiedono a chi spetti prendere le decisioni.
“Il governo ha voluto scaricare la responsabilità del coprifuoco sui sindaci: non è possibile che siano i sindaci a chiudere le piazze e le vie della movida. I sindaci non possono controllare, per questo abbiamo preteso che sparisse dal testo del Dpcm la parola sindaco”. Lo ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci. “Non ci piacciono le ordinanze-spot: se non possono esserci controlli, la norma è priva di senso. È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile. Si incontrano i ministri con i presidenti di regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali”. ha aggiunto Decaro.
In sostanza, nella bozza del dpcm era indicato che la decisione di chiudere piazze e strade dopo le 21 spetta ai sindaci. I quali però hanno subito alzato la voce chiedendo una modifica.
“Abbiamo ricevuto una bozza, abbiamo scoperto che c’era questo tema dei sindaci, abbiamo detto che era inapplicabile, ci poi stato assicurato che non c’era. E abbiamo visto che non c’era poi nel Dpcm”, ha aggiunto Decaro, sottolineando la confusione che si è creata.
“Siamo abituati a prenderci tutte le responsabilità, ho scritto al prefetto e ci devono dire chi dovrà far rispettare l’ordine pubblico. Non è previso nei decreti che la polizia locale si occupi del contrasto al covid 19. Solo dopo il coordinamento del questore”, ha ricordato Decaro.
Alle critiche dei sindaci risponde il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia intervistato su Rainews24, chiarendo che resta nelle mani dei sindaci la decisione sulle zone da chiudere la sera. “Il governo scarica sui sindaci? No, non è così, Decaro lo sa. La norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata ma in ogni città se c’è un luogo da chiudere lo decide il sindaco, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima”.
Il ministro, insomma, getta acqua sul fuoco delle polemiche: “I sindaci ci hanno dato un contributo importante, la norma specifica non è il centro del Dpcm, c’è ben altro”. Ma le critiche non si fermano e arrivano anche da Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia.
Intanto, dopo le polemiche, il governo nazionale lavora per venire incontro alle esigenze dei comuni con soddisfazione dello stesso Orlando. “Prendo atto del fatto che il Governo nazionale ed il presidente Conte abbiano rivisto la propria posizione, ascoltando la presa di posizione dei sindaci di tutta Italia e modificando in corso d’opera il Dpcm ed evitando di scaricare inattuabili responsabilità sulle amministrazioni comunali. Resto fermamente convinto della necessità, per porre un freno al dilagare dei contagi in tutta Italia, di poter applicare restrizioni anche molto significative che limitino la possibilità di assembramenti pericolosi. Ma perchè i provvedimenti assunti siano efficaci e non delle mere grida manzoniane – conclude – , è necessario, assolutamente necessario e indispensabile, il coinvolgimento dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza in modo che ai provvedimenti restrittivi seguano controlli efficaci che coinvolgano tutte le forze dell’ordine in modo coordinato”.
Fonte: Gds.it