E’ morto Benedetto XVI.
“Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”.
Lo dichiara il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. “Non appena possibile seguiranno ulteriori informazioni”, aggiunge.
Dalla mattina di lunedì 2 gennaio 2023, il corpo del Papa Emerito Benedetto XVI sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli. Lo riferisce la Sala stampa vaticana.
Ansa.it
Immediata la commozione di tutta la Chiesa e del mondo, per una notizia che, per quanto attesa, è comunque dolorosa. Restano di consolazione però le con cui, diverse volte Benedetto XVI aveva fatto riferimento alla sua nascita al Cielo. Conversando con il suo biografo Peter Seewald aveva affermato: «Bisogna prepararsi alla morte». Nel senso di «accettare la finitezza di questa vita e mettersi in cammino per giungere al cospetto di Dio». «Sono in viaggio verso casa», aveva poi confidato in uno dei rari interventi pubblici di questi ultimi anni.
Ora Joseph Ratzinger, grande teologo e cardinale, quindi Vescovo di Roma con il nome di Benedetto XVI per sette anni, dieci mesi e nove giorni (dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013) e infine Papa emerito, alla casa del Padre è giunto, dopo il periodo passato “sul monte” a pregare per la Chiesa (così aveva preannunciato il suo inedito ministero, dopo le “dimissioni”). Sarà ricordato (forse soprattutto) come colui che ha fatto il gesto rivoluzionario (e impensabile fino a un minuto prima del clamoroso annuncio in latino dell’11 febbraio 2013) della rinuncia.
Ma i suoi 95 anni tra noi non si possono certo ridurre agli ultimi dieci, per quanto importanti. Joseph Ratzinger, nato il 16 aprile 1926 a Marktl am Inn, è stato un vero gigante nella storia recente della Chiesa. Lo si evince anche solo passando a volo d’uccello le diverse fasi della sua vita.
Ordinato sacerdote il 29 giugno dell’anno 1951, brillante professore di teologia a Frisinga, Bonn, Munster e Tubinga, esperto al seguito del cardinale Frings al Concilio, arcivescovo di Monaco e Frisinga e prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede negli anni del pontificato di san Giovanni Paolo II, di cui fu fidato collaboratore gli successe sulla Cattedra di Pietro. Impressionante la mole e la qualità dei suoi scritti, fondamentale e per alcuni versi ancora non compreso a fondo il suo ministero petrino. La sua morte probabilmente ci aiuterà a farlo. Certo chiede di non disperderne l’immensa eredità.
Fonte: Avvenire.it