Riceviamo e pubblichiamo integralmente IN ESCLUSIVA la lettera inviataci dall’attore mazarese Vito Gennaro Giacalone, vittima venerdì scorso di un’aggressione omofoba a Parigi.
Lunedi 13 novembre 2023
Mentre oggi si celebra l’anniversario degli attentati del Bataclan a Parigi, parlare della mia aggressione mi sembra davvero superfluo o forse no.
Quando ieri Piero Campisi mi ha chiesto se volessi dire, scrivere qualcosa, mi son chiesto: cosa c’entra Mazara del Vallo con quello che mi è successo venerdì sera? Cosa c’entra quella città da cui sono scappato appena diciottenne con un’aggressione omofoba a Parigi, oggi che di anni ne ho 42? Apparentemente niente…apparentemente, appunto.
Adesso che scrivo i ricordi su venerdì sera sono ancora confusi… so che qualcuno mi ha trattato da «sale pédé» (sporco frocio) che mi ha sputato in faccia per questo motivo, ha violato la mia sfera…la faccia che io ho, i miei occhi, il mio naso, la mia bocca, il mio volto: quello che sono, che guardo allo specchio per ricordarmi chi sono… per lui solo uno sporco frocio. Ecco che forse io che non sono per niente una persona violenta ho reagito, e so che forse non avrei dovuto: dicevo a Piero e lo ringraziavo, che forse ho capito grazie alla sua domanda, cosa fosse scattato nel mio cervello… No, non sono un violento che risponde a uno sputo, ma in quello sputo ho forse rivisto gli insulti dei bambini quando ero piccolo e frequentavo la scuola elementare a Mazara, quando i bambini di 6/8/10 anni mi chiamavano «fimminedda» e quando avevo il terrore di andare in bagno alla ricreazione per paura di essere ancora insultato, deriso, bullizzato…
È successo a 10 anni, è successo a 15, a 18… Non credevo potesse succedermi ancora a 42 anni.
Non è Mazara, this is Paris baby e siamo nel 2023.
Grazie a tutti del sostegno ricevuto in questi giorni.
Vito Gennaro Giacalone