Sulla triste vicenda abbiamo sentito l’avvocato Marilena Messina che seguiva da circa un anno le storie di violenza subite da Rosalia Garofalo. “La signora Garofalo – spiega l’avvocato Messina – si presenta presso il mio studio nel novembre 2019 con l’intento di avviare la separazione giudiziale dal marito Vincenzo Frasillo. Aveva alle spalle oltre vent’anni di maltrattamenti, che tuttavia inizia a denunciare solo da un paio di anni, sporgendo diverse querele (alcune rimesse, altre no, con procedimenti penali ancora da incardinare) innanzi ai Carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo. Questa volta però era determinata nel procedere contro e a separarsi dal marito. La signora – continua l’avvocato – mi riferiva che lui le telefonava spesso perché voleva incontrarla e convincerla a tornare a casa. Mi aveva già procurato tutti i documenti necessari per la separazione, ma dopo circa due settimane mi comunicava di voler perdonare il marito e di voler fare rientro a casa”. Visto la grave situazione l’avvocato le aveva consigliato di non ritornare a casa perché sarebbe stata la fine. “Abbracciandola – conclude Marilena Messina – le consigliai di non lasciare la Comunità dicendole testuali parole: ‘Da quella casa esci morta, questo ti ammazza’. Ha un figlio di 27 anni, Matteo, che vive a Bucarest. Il marito era un tossicodipendente, faceva lavori saltuari e non gli consentiva nemmeno di mettersi in contatto col figlio, perché gli aveva sottratto il telefono cellulare”. La donna per un periodo è stata anche ospite presso la casa di accoglienza “La Mimosa” dove si trovano gestanti, ragazze madri e donne in difficoltà. Aveva cercato protezione in quella struttura per scappare da tutte le violenze subite negli anni dal marito.
(Fonte: Giornale di Sicilia – Mariella Quinci)