Annuncio a sorpresa del premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno. Il presidente del Consiglio, dopo aver snocciolato i dati raggiunti e illustrato cosa dovrà essere fatto in futuro, ha annunciato di sdoppiare l’attuale ministero per l’Istruzione, creando un dicastero alla scuola e uno all’università e ricerca.
Conte ha anche fatto i nomi: alla Scuola andrà Azzolina, dirigente scolastico attualmente sottosegretario, in quota M5S, mentre all’Università e Ricerca Manfredi, rettore dell’Università Federico II di Napoli. “Mi farò latore della creazione di un nuovo ministero dell’Università e della Ricerca: ho pensato di nominare la sottosegretaria Azzolina ministra della Scuola e Gaetano Manfredi, presidente Crui, ministro della università e della ricerca. Affiancherò il neo ministro per una ricognizione di un mese in cui sentiremo tutti gli stakholders”.
Prima di questo annuncio, Conte, durante la conferenza stampa di fine anno a Villa Madama, aveva ripercorso molto velocemente il suo mandato. “Questi primi giorni e poco più del nuovo governo siamo stati costretti a correre i cento metri, è stato uno sprint ad ostacoli per mettere il paese in sicurezza, occorreva una manovra seria e responsabile, avevamo il compito di recuperare 23 miliardi per disinnescare l’Iva”.
“Sono orgoglioso di aver raggiunto gli obiettivi prefissati e siamo andati oltre”, ha aggiunto, precisando che “davanti a noi maratona di tre anni che non significa che andremo a passo lento, marceremo spediti, ma questo spazio temporale ci consentirà di programmare senza l’affanno di questi mesi le nostre iniziative di governo. Vogliamo un piano ambizioso riformatore per realizzare quelle misure che il paese attende da anni per migliorare la qualità della vita dei cittadini”.
“Dobbiamo lavorare per assicurare un futuro di crescita e maggior respiro a famiglie e lavoratori – ha affermato -. Abbiamo 23 punti ambiziosi, alcuni li abbiamo già realizzati e gennaio sarà l’occasione per fermarsi a riflettere, a confrontarsi con le varie forze politiche per rilanciare l’azione di governo”.
“Anche solo scegliere le misure dal punto di vista temporale, questa tabella cronologica significa già operare scelte politiche nell’interesse dei cittadini e del Paese”, ha aggiunto.
Conte si è rivolto poi alle forze politiche che sostengono il governo: “Dobbiamo lavorare insieme per scardinare questi gangli nella Pubblica Amministrazione”. Un altro pilastro della riforma sarà nella digitalizzazione: se riusciremo a innovare sul piano tecnologico la Pubblica Amministrazione le imprese non avvertiranno lo stato come una costrizione, semplificheremo la vita dei cittadini e offriremo un volano per la crescita economica”, ha aggiunto.
Elencando le cose che andranno fatte, Conte sottolinea che “abbiamo da rilanciare il sistema fiscale, semplificare e rimodulare e ridurre le aliquote, per abbassare la pressione fiscale. Qualsiasi premier ha preannunciato lo stesso obiettivo, io dico che se vogliamo evitare la bancarotta e una procedura di infrazione (europea, ndr) che ci farebbe molto male, dobbiamo lavorare in maniera molto seria”.
“Stiamo lavorando a un piano strutturale per il sud: una parte fondamentale sarà l’incremento delle infrastrutture. Non siamo così velleitari da pensare che porremo fine alla questione meridionale ma se il sud non riparte il Pil avrà sempre percentuali scarse”, ha poi detto. “Se si rilancia il sud tutto il paese ne trarrà vantaggio, anche il nord”.
“Il 34% della spesa pubblica dovrà a priori essere destinato al Sud, è il principio che abbiamo fissato”, ha poi voluto chiarire.
“Non vogliamo promettere cose irrealizzabili. Nei nostri 29 punti non ci sono promesse irrealizzabili, ma punti molto chiari, condivisi. Vogliamo lavorare per rendere un servizio utile al Paese e ritrovare un senso di comunità, riportando fiducia nei cittadini”, ha aggiunto.
“Se la politica si presenta credibile e determinata, allora farà il suo compito. Senza proclami e senza gesti eclatanti, senza abbandonarsi e distrarsi da polemiche”, ha precisato. “Noi non abbiamo bisogno di questo, possiamo lavorare noi e possono lavorare i giornalisti, senza conflitti particolari. Non possiamo sprecare questa occasione d’oro e le polemiche e i distinguo non ci fanno bene”.
(Fonte: Gds.it)