L’intenzione del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli di togliere il bonus cultura ai diciottenni – la 18app, 550 euro in buoni da spendere – diventa un caso politico. L’annuncio il titolare del Mibact l’ha fatto dalle colonne del Corriere della Sera. “Vale 200 milioni meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe”, è la dichiarzione del ministro. Ma subito è scattata la reazione del Partito democratico che quando era al governo aveva fortemente voluto quel provvedimento. Attaccano Bonisoli numerosi esponenti dem e in difesa del bonus interviene anche Confindustria Cultura Italia (“Strumento utile ed efficace”).
“Un ministro della Cultura che vuole iniziare il suo mandato con un taglio, comincia molto male, 18App aiuta a diffondere la cultura tra i giovanissimi”, twitta il presidente dei senatori pd Andrea Marcucci.
“Il sospetto – aggiunge Ascani – è che il ministro Bonisoli cerchi goffamente un motivo qualsiasi per tagliare i fondi a 18app, visto che il suo partito ha promesso ingenti tagli delle tasse fortemente classisti. Bonisoli e la Lega abbiano il coraggio di dire questo, invece che sperticarsi in penose lezioni paternalistiche su come si educherebbero i ragazzi alla cultura – dice Ascani – sul mantenimento di 18app il Pd darà battaglia insieme al mondo della cultura e ai tanti ragazzi e ragazze che per la prima volta hanno visto un governo scommettere su di loro. E che ora dovrebbero pagare il costo delle promesse irrealizzabili della coppia Salvini – Di Maio“.
• CONFINDUSTRIA CULTURA: “STRUMENTO UTILE ED EFFICACE”
“I numeri – sottolinea Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia – dicono che quasi 800 mila ragazzi hanno speso ad oggi oltre 260 milioni di euro, tra libri, musica, concerti, cinema, musei, teatri, eventi culturali. Per un Paese che, secondo i dati Istat, è molto indietro sul piano dei consumi culturali e dei prodotti creativi, ci sembra un segnale incoraggiante, perché oltre alle necessarie politiche di incentivazione dell’offerta, è fondamentale una progettualità di sostegno alla domanda”.
“Tant’è che altri partner europei stanno valutando l’ipotesi di mutuare la nostra esperienza con modelli simili. È del tutto evidente che si può fare sempre di più e meglio ma senza cestinare le esperienze che stanno, numeri alla mano, producendo risultati concreti sul piano dei consumi culturali”.
“Confidiamo quindi – aggiunge il presidente della Federazione italiana delle industrie culturali – che, dopo un primo anno sperimentale con le difficoltà connesse a uno strumento inedito e le problematiche relative all’accesso alla piattaforma web, si continui a lavorare insieme in questa direzione. Il nostro obiettivo comune deve essere quello di far crescere i consumatori di domani. Ben vengano le iniziative che stimolano le nuove generazioni all’utilizzo di opere dell’ingegno e beni culturali”.
(Fonte: Repubblica.it – ALBERTO CUSTODERO)