La Squadra mobile di Caltanissetta guidata da Marzia Giustolisi ha condotto Antonello Montante nel carcere di Malaspina. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Caltannissetta il 23 maggio, su richiesta della Dda guidata da Amedeo Bertone.
Montante si trovava nella sua casa di Serradifalco dallo scorso 14 maggio, quando è scattata l’inchiesta Double Face. L’accusa è di associazione per delinquere e corruzione. “Le motivazioni che hanno indotto il GIP a inasprire la misura – scrivono gli inquirenti – sono riconducibili alla grave condotta d’inquinamento di prove messa in atto dal Montante in occasione del suo arresto, avvenuto a Milano lo scorso 14 maggio. L’arrestato, infatti, nell’occasione, si barricava in casa per quasi due ore, non aprendo ai poliziotti e distruggendo documenti e circa ventiquattro pen drive. Lo stesso tentava anche di disfarsi di altra documentazione che veniva però rinvenuta e sequestrata dagli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta”.
Durante la perquisizione della casa di Montante, gli investigatori hanno scovato gli hard disk e le pen drive che Montante aveva cercato di distruggere e fare sparire in un pozzo di luce della propria casa. Alcune pen drive, dopo essere state messe in un sacchetto di plastica, erano state buttate dall’arrestato in un cortile adiacente al palazzo, ma anche queste erano state recuperate. Infine era stato recuperato anche uno zainetto, contenente altre pen drive e alcuni documenti che l’industriale aveva tentato di fare sparire proprio durante l’arresto. Uno zainetto era stato lanciato sul balcone di un vicino di casa. “Le gravi condotte – aggiungono gli investigatori – che hanno indotto il giudice a inasprire la misura cautelare sono proseguite anche dopo l’arresto dell’indagato. Infatti, una volta condotto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Serradifalco, dopo l’interrogatorio di garanzia avvenuto lo scorso 15 maggio, il Montante Antonio Calogero, ha violato le prescrizioni impostegli dal Giudice con il provvedimento che ha disposto gli arresti domiciliari.” I poliziotti della Squadra Mobile hanno, infatti, documentato che, all’interno della Villa, in questi giorni è stato consentito l’accesso a persone non autorizzate.
(Fonte: Livesicilia.it – Antonio Condorelli)