L’altro coniuge è andato via di casa, dopo che il giudice ha stabilito che la coppia è autorizzata a vivere separatamente. Tuttavia, arriva ancora posta a suo nome.
Per un po’ questo può essere normale, quindi non hai dato peso alla cosa.
Dopo diversi mesi, però, la sua posta continua ad arrivare a casa tua e sorge un legittimo dubbio: è legittimo il suo comportamento?
Vediamolo insieme leggendo l’articolo.
D.:《Sono separata, ma mio marito si rifiuta di trasferire altrove la propria residenza pur non vivendo più insieme. È obbligato a cambiare residenza?》
R.:”Uno dei doveri nascenti dal matrimonio è la coabitazione (art. 143 cod. civ.).
Tale obbligo viene meno con la separazione (o con lo scioglimento dell’unione civile o del contratto di convivenza) allorquando il Presidente del Tribunale autorizza i coniugi a vivere separati ed assegna la casa familiare ad uno dei due coniugi.
Tuttavia può capitare che il coniuge non assegnatario della casa coniugale non riesca a trovare subito un nuovo alloggio.
Ci si chiede quindi se per lui sia obbligatorio cambiare residenza dopo la separazione.
Come detto, il giudice autorizza i coniugi a vivere separati, ma non li obbliga.
Ciò vuol dire che il coniuge assegnatario della casa familiare puo’ temporaneamente “ospitare” l’altro per un breve periodo di tempo.
Tuttavia restare nello stesso contesto abitativo oltre il tempo strettamente necessario, risulterebbe palesemente in contrasto con l’intenzione manifestata in sede di separazione, potendo essere interpretato come comportamento riconciliativo e facendo correre il rischio di vanificare il procedimento di separazione, poiché l’art. 157 cod. civ. stabilisce che “i coniugi possono di comune accordo far cessare gli effetti della sentenza di separazione (…) con un comportamento non equivoco che sia incompatibile con lo stato di separazione”.
Cosa succede invece se il coniuge non assegnatario, dopo avere lasciato la casa familiare, vi mantiene comunque la residenza formale?
È obbligatorio in questo caso il cambio di residenza in caso di separazione?
Per chiedere un cambio di residenza dopo la separazione consensuale, il coniuge non assegnatario deve dimostrare di dimorare abitualmente nella nuova abitazione, ad esempio tramite un contratto di affitto.
Inoltre in presenza di figli minorenni, è obbligatorio comunicare il cambio di residenza all’altro coniuge, entro trenta giorni (art. 337 sexies cod. civ.), tanto che la mancata comunicazione obbliga al risarcimento del danno eventualmente verificatosi a carico del coniuge o dei figli per la difficoltà di reperire il soggetto.
Se, tuttavia, dopo la separazione, l’ex non cambia residenza, potresti imbatterti in complicazioni burocratiche poiché come visto sopra i coniugi separati non possono restare nello stesso stato di famiglia.
Per risolvere la situazione, ti basterà recarti in Comune e dichiarare la separazione ai servizi anagrafici allegando la decisione del Tribunale.
Questa iniziativa darà l’avvio alla procedura di irreperibilità e se l’ex si rifiuterà di modificare la residenza sui suoi documenti, potrai avanzare una richiesta per il risarcimento dei danni”.
Avv. Giuseppina Gilda Ferrantello