Reintrodurre il servizio di leva obbligatorio per tutti i cittadini italiani tra i 18 e i 28 anni, per un periodo di otto mesi, fatta salva la possibilità di fare il servizio civile. È la proposta del leghista Gianpaolo Bottacin, assessore alla Protezione civile della regione Veneto, discussa dall’assemblea regionale. Un progetto di legge statale di iniziativa regionale, per “rinsaldare quel desiderio di appartenenza al gruppo che in molti ricordano conseguente al periodo vissuto con i commilitoni durante la leva” si legge nel testo presentato, che prevede la possibilità di scegliere se trascorrere il periodo di servizio militare, che può essere anche dilazionato, nel settore della Protezione Civile o in quello della Difesa.
“La leva obbligatoria è stata sospesa, non abolita” è il commento del presidente della Commissione, il leghista Marino Finozzi, che ha sottolineato come ci siano state “posizioni diverse all’interno degli stessi partiti perché la questione riguarda molto la sensibilità personale.
Tra i sostenitori del progetto di legge, ad esempio, c’è la consigliera Erika Baldin del Movimento cinque stelle: “Il servizio militare può essere utile per far maturare i ragazzi, che al giorno d’oggi ne hanno bisogno”.
La leva, attiva fin dalla nascita dello Stato italiano, è stata sospesa nel 2000 da Sergio Mattarella, allora ministro della Difesa, e abolita ufficialmente nel 2004 con la legge Martino. Passata in Parlamento con 433 sì, è entrata in vigore il primo gennaio 2005.
Il suo ripristino è un argomento su cui si è molto dibattuto nei mesi scorsi, dopo le dichiarazioni del leader del Carroccio Matteo Salvini, che a febbraio, durante un incontro con gli Alpini, Bersaglieri e Fanti, aveva auspicato un ritorno del servizio militare per “evitare i disastri che vediamo in questi giorni”. Una soluzione che, secondo il segretario della Lega, “farebbe il bene di tante ragazze e ragazzi” e servirebbe a contrastare sia episodi razzisti che minacce terroristiche.Inoltre, un periodo di leva migliorebbe l’integrazione degli stranieri e li ‘formerebbe’ sull’amore verso la Patria.
Le opinioni degli altri partiti discordano. Il centrodestra è orientativamente schierato a favore della reintroduzione – anche se sottolinea che un esercito costituito da volontari motivati sarebbe più forte e meglio addestrato – mentre la sinistra preferisce puntare sul servizio civile.
Il problema principale, in ogni caso, è l’aspetto economico: mancano i fondi per recuperare le strutture per addestrare i militari, e molte caserme nel corso degli ultimi anni sono state destinate ad altri usi. Inoltre, la maggior parte dei giovani preferisce poter scegliere liberamente: ora – sottolineano i diretti interessati – ci sono più possibilità di studiare e seguire le proprie inclinazioni personali. E un anno di leva fermerebbe i loro progetti.
(Fonte: Repubblica.it – Patrizia Baldino)