La produttività dell’intera economia italiana rialza la testa, mettendo a segno nel 2017 un rialzo dello 0,9% dopo il calo dell’anno precedente. E’ quanto emerge dalle tabelle appena aggiornate dall’Istat rielaborate dall’ANSA. E’ la crescita maggiore da sette anni, ovvero dal 2010. Sopratutto, riparte la produttività del lavoro, considerata l’anello debole del sistema. Ora l’indicatore, calcolato come valore aggiunto per ora lavorata, sale dello 0,7%, il tasso più alto dopo il 2013. E intanto accelera anche la produttività del capitale (+1,4%).
Se si guarda la produttività complessiva, che riunisce tutti i fattori, l’inversione di tendenza rispetto al 2016 è evidente, visto che era diminuita dello 0,4%. Certo non si torna al ritmo che era stato toccato nel 2010, quando si raggiunse un picco (+2,9%). Il recupero più forte, rispetto all’anno precedente, è stato compiuto dalla produttività del lavoro, che nel 2016 era scesa dell’1,0%. La produttività del capitale era invece già positiva ma comunque il 2017 segna un avanzamento (dal +1,0% al +1,4%). Anche in questo caso si tratta del valore più alto dal 2010 (quando si rilevò un rialzo record del 2,3%). Entrando nel dettaglio, risulta invece in ribasso la produttività del capitale Ict, legato alle tecnologie della comunicazione (-0,8%), ma rispetto al 2016 la discesa rallenta (-2,9%). La produttività è indice di efficienza, calcolando il rapporto tra la ricchezza creata e i mezzi impiegati per realizzarla.
Se si riescono a coprire più chilometri con la stessa quantità di benzina significa che la produttività del motore, che può essere paragonata al capitale, o quella del pilota, alter-ego della forza lavoro, sono incrementate. Lo stesso Istat definisce la produttività come l’indicatore che “misura la crescita del valore aggiunto attribuibile al progresso tecnico e ai miglioramenti nella conoscenza e nell’efficienza dei processi produttivi”. Diversi sono gli ‘ingredienti’ che possono fare da leva: l’innovazione dei cicli, i miglioramenti nell’organizzazione del lavoro e delle tecniche manageriali, i passi avanti nell’esperienza e nel livello di istruzione della forza lavoro. Ora l’Istat calcola la produttività del lavoro come valore aggiunto per ora lavorata mentre quella del capitale si riferisce agli input che arrivano dai macchinari, dai software, dai brevetti impiegati.