Non debbono, non possono scomparire le palme africane dal paesaggio della città di Mazara. Cancellano valori storici tradizionali, secolari. Una ben precisa identità di verde attrattivo, nonché fonte di ossigeno. La palma africana non è solamente optional del decoro urbano. Lo concettualizzano in un articolo dossier, ricercatori e studiosi dell’istituto di ricerca IL Duemila, con riflessioni e analisi ampie e articolate. Sono rimaste solo sedici delle cento e più palme africane che svettano e abbelliscono il lungomare Fata Morgana, dalla grande statua di San Vito fino ed oltre la via Del Portalettere. Parecchie si ergevano sulla bianca della spiaggia. Uno spettacolo africano, unico in Sicilia. Le sedici palme africane rimaste si mostrano intristite, senza manutenzione e potatura da parte del settore pubblico municipale. Solo, due rigogliose adottate con cura da cittadini proprietari di villini. L’istituto Il Duemila documenta che la distruzione progressiva ebbe inizio nel 2007 con la comparsa del terribile punteruolo rosso che risucchia e devitalizza ogni palma distruggendola. Il Comune di Mazara non è stato capace con mezzi o sostanze chimiche a fermare e sconfiggere questo insetto. Scomparsa dal centro cittadino la palma che si ergeva attorno all’Arco Normanno e tutte quelle delle due ville comunali. Un esperto di arboricoltura attesta che ne rimangono in città solo quattro nel giardino di un palazzo gentilizio vicino alla stazione ferroviaria. sono più alte dei palazzi circostanti, hanno più di ottant’anni di esistenza. La palma africana è stata il biglietto da visita di Mazara antica. Una grande bellezza che continua a meravigliare anche il nostro presente. Importante e naturale, secondo il progetto elaborato da Il Duemila, dare vita presto a una grande piantumazione di palme africane incominciando dagli spazi vuoti del lungomare Fata Morgana e altrove. Deve essere una priorità, un impegno della istituzione municipale ma anche da parte degli stessi cittadini nei propri giardini. La palma africana può riacquistare il ruolo di fascino insostituibile che le spetta nel paesaggio mazarese.
Istituto di ricerca Il Duemila