In Papua Nuova Guinea, Facebook sarà messo quasi in quarantena. Sam Basil, ministro delle Comunicazioni e della tecnologia, ha comunicato la decisione di mettere in pausa il social network per un mese intero. Un periodo che servirà a identificare eventuali profili falsi e a capire quale impatto abbia effettivamente la piattaforma di Mark Zuckerberg sul Paese. L’iniziativa è stata messa in campo in conseguenza dei recenti scandali che hanno colpito il sito: fra tutti, Cambridge Analytica.
Contro le fake newsPornografia e notizie false sono i bersagli di questa mossa. Il ministro Basil conta sul fatto che mettendo tutto a tacere per 30 giorni, gli utenti che postano bufale e contenuti pornografici vengano individuati. Queste settimane saranno utilizzate anche per processare chi ha infranto la legge sul cybercrimine, emanata nel 2016. Lo stesso ministro spiega al sito locale Post Courier cosa intende ottenere con questo provvedimento: “Il periodo di pausa permetterà alle autorità di raccogliere informazioni e di identificare quegli utenti che si nascondo dietro falsi account, che postano contenuti pornografici e fake news o informazioni non corrette”. Dall’altro lato, prosegue Basil, “questo incentiverà le altre persone a usare Facebook in modo responsabile“.
La guerra al cybercrimineDa quando è stato eletto, il ministro delle Comunicazioni della Papua Nuova Guinea è attivo contro lo scorretto uso di internet e dei social network. Anche la legge del 2016 porta la sua firma e ora vuole aggiungere un altro tassello alla sua lotta contro i reati commessi in Rete: “Il provvedimento è già stato approvato, quello di cui mi voglio assicurare ora è che la legge sia applicata ogni qualvolta i colpevoli possano essere identificati e accusati. Non permetteremo che l’abuso di Facebook prosegua in questo Paese. Lavorerò a stretto contatto con la polizia per rimanere costantemente informato sulla piena applicazione della norma”.
Tutti i problemi di FacebookIn realtà va precisato che questo stop preoccuperà solo quel 10% della popolazione della Papua Nuova Guinea che ha effettivamente accesso a internet. E’ vero però che il Paese si sta attivando affinché sempre più persone abbiano la possibilità di connettersi e forse il ministro Basil vuole correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Nell’ultimo periodo infatti Facebook non ha goduto di una buona fama. Lo scandalo Cambridge Analytica, dove i dati personali di 87 milioni di utenti sono stati trafugati dalla piattaforma, e il Russiagate, all’interno del quale sono coinvolti anche i social, con migliaia di account falsi collegati a un’agenzia del Cremlino che ha diffuso notizie false per influenzare il voto degli elettori, hanno sollevato molti dubbi sulla piattaforma di Mak Zuckerberg.
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)