Siamo in cammino da tanti mesi. Il fiato corto, le forze logore, il cuore stanco ma determinati avanziamo lentamente. Passo dopo passo laceri, avviliti, malconci.
Non conosciamo la direzione. Titubanti e sconcertati diffidiamo di tutto e di tutti. Attorno a noi il caos e una fitta nebbia che ci impedisce la vista, attorno a noi solo voci, solo notizie, dati, indici, zona gialla, zona rossa, arancione….Increduli ci chiediamo perché, quando, dove, come.
Non c’è risposta. L’attesa è l’unica residua soluzione in un mondo allo sbaraglio. Quel senso di precarietà iniziale accompagnato dalla certezza di una soluzione vicina ha ceduto via via il campo ad una gran pena per il numero di morti e ad una desolata rassegnazione. Ci guardiamo negli occhi, ci scambiamo tacitamente l’augurio che tutto andrà bene, accenniamo ad un sorriso nascosto. Niente di tutto ciò che fa bene all’anima ci è concesso, nessuna di quelle effusioni che scaldano il cuore, baci, abbracci, strette di mano.
Quale diabolico mostro avrebbe potuto inventare più crudele punizione di quella di privarci delle emozioni? Siamo simili a dei robot freddi, metallici, rigidi. Il virus ci ha pure tappato la bocca, ci ha cambiati, ci ha resi abulici, inerti eppure non ci siamo mai arresi! Continuiamo imperterriti il nostro cammino e se cadiamo siamo pronti a rialzarci. ”Colui che non va avanti, inevitabilmente torna indietro” diceva Goethe. E noi non vogliamo tornare indietro! Anche se dovessimo pagare a caro prezzo il nostro cammino, continueremmo tenacemente aggrappandoci a qualsiasi appiglio e raccogliendo affannosamente le nostre fievoli forze. Abbiamo combattuto ogni giorno come guerrieri addestrati, abbiamo combattuto dentro e fuori di noi per non impazzire, per dare conforto, per ravvivare la speranza anche quando la seconda ondata ci ha travolto in pieno facendoci stordire. Ci ripetiamo che non dobbiamo mollare, che immettere energia è importante, che la notte è sempre più buia prima dell’alba, con determinazione e con tanta fede altri cinque passi e poi altri cinque ancora….. All’improvviso una luce nella nebbia, piccola ma intensa, il vaccino. Dicembre, gennaio, marzo è solo questione di mesi. All’improvviso una scadenza entro cui racchiudere e contenere il nostro terrore. Ce la faremo, possiamo resistere! Crediamo con forza nella fine dell’incubo.
Non vogliamo impaurirci sentendo possibili rischi di pericolo nel vaccino, non c’interessa. Per favore lasciateci l’illusione. Quella non ce la potete togliere!!Ne abbiamo diritto! La vogliamo e l’alimentiamo decisi.
Ripensiamo spesso alla nostra vita sdrucita, rivoltata, squassata, sappiamo che non saremo più come prima, che il timore e l’incertezza albergheranno nella nostra anima ma vogliamo tornare a vivere, vogliamo tornare a riempire gli stadi, i teatri, i cinema, i ristoranti. Vogliamo le feste! Vogliamo sentire la leggerezza dell’essere, superare vittoriosi questa profonda e maledetta linea di demarcazione fra il prima e il dopo. Una linea che certo sarà scritta nei libri di Storia, una linea che ci definirà nei secoli “quelli del virus 2020”.
Chissà forse susciteremo ammirazione, pena, compassione!
Sicuramente alla fine del cammino, oltre la nebbia, abbagliati dalla luce, sentiremo un senso di profonda fierezza per la nostra prova superata, proveremo tanta gratitudine a Dio, alla Scienza, ai medici e di certo proveremo quella piccola scintilla di orgoglioso eroismo che si chiama pazienza, coraggio, forza.
Rosanna Catalano