Carissimi amici buona domenica a tutti.
Scorre il tempo, passano le giornate e si avvicina sempre più la celebrazione liturgica del mistero pasquale, centro di tutto l’anno liturgico: Gesù patisce, muore e risorge per noi e per la nostra salvezza. Questo tempo prezioso, la quaresima, mi è dato (ci è dato!) per fare un profondo esame di coscienza personale e comunitario dinanzi alla Parola di Dio e ritornare al Signore “con tutto il cuore”, ritornare a vivere un rapporto di amicizia forte e vera con Gesù, rapporto con Lui non occasionale, non legato ad eventi, non per bisogno o per paura, ma per amore: sono cristiano perché amo e seguo Gesù e metto in pratica la Sua Parola; ritornare alla comunità, ritornare a frequentare le nostre parrocchie – sempre con meno fedeli sopratutto le famiglie e i giovani – che ci offrono con generosità la Parola di Dio, il Pane della Vita che è Gesù, i sacramenti che sono la linfa che alimenta ed irrobustisce la nostra vita cristiana; ritornare ad essere nel mondo, nei nostri ambienti quotidiani – casa, lavoro, amicizie, tempo libero -, una presenza evangelica, un Vangelo vivente, con le nostre scelte, i nostri comportamenti, il nostro parlare, il nostro relazionarci con gli altri, il nostro camminare insieme. Stiamo contribuendo tutti, ognuno a suo modo, ad impoverire le famiglie e la società con la logica, sempre più imperante ed evidente – basta guardare i fatti incresciosi di cronaca e l’instabilità psicologica, emotiva, affettiva, sentimentale di tantissima gente -, dell’isolamento, dell’egoismo, dell’individualismo, del soggettivismo, del disinteresse, dell’indifferenza, della noncuranza, del menefreghismo e tutto questo ci rende sempre più fragili, instabili, deboli, diffidenti, pessimisti, soli. La solitudine, con questo macigno interiore, ci logora e ci distrugge: chiedere aiuto, farsi aiutare, monitorare (e non sottovalutare), segnalare tempestivamente questi malesseri e ricorrere, senza vergogna, a figure professionali e spirituali è necessario e salutare. L’evasione nel mondo virtuale, sempre più frequente, ci disconnette definitivamente sempre più, e talvolta con conseguenze irreparabili, con la realtà e la vita autentica.
Non dimentichiamo, carissimi amici, che la quaresima, 40 giorni di preparazione interiore e di purificazione del cuore, è, e rimane, la strada maestra che ci porta a Cristo risorto, vivo e presenze in mezzo a noi; presente nella comunità radunata nel Suo nome, specialmente la domenica, per celebrare la gioia della Sua presenza che “fa nuove tutte le cose”; presente nelle famiglie domestiche, le nostre case, luoghi in cui la fede e la preghiera sono necessarie, – e mai opzionali -, per rinsaldare ed alimentare i vincoli di amore e di fraternità. Senza Gesù le nostre vite, e le nostre relazioni, rischiano di impoverirsi fino a morire.
Così il sacerdote, raccogliendo tutte le fatiche del mondo, prega oggi all’inizio della Messa: “Signore nostro Dio, santo è il tuo nome; piega i nostri cuori ai tuoi comandamenti e donaci la sapienza della croce, perché, liberati dal peccato, che ci chiude nel nostro egoismo, ci apriamo al dono dello Spirito per diventare tempio vivo del tuo amore”. Noi siamo il tempio vivo, la casa dove Gesù vuole permanentemente abitare: le nostre vite sono impreziosite della Sua presenza; noi siamo, per Sua grazia, l’edificio spirituale che che racconta le meraviglie che Dio compie in noi e attraverso di noi.
“Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». L’episodio di oggi nel Vangelo secondo Giovanni in cui Gesù caccia tutto e tutti fuori dal tempio ci obbliga a rimuovere (distruggere) ciò che non è necessario nella nostra vita (e forse sono tante cose) e a recuperare (ricostruire), con consapevolezza, una relazione, il rapporto con Gesù, che è fonte di vita e di felicità. Gesù, a sua volta, ci fa gustare la bellezza della paternità di Dio, – «Io sono il Signore, tuo Dio…
Non avrai altri dèi di fronte a me” -, e l’armonia della fraternità, – “noi… annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio”.
La liturgia della Parola di questa 3ª domenica di Quaresima, accolta con docilità, ci aiuta ancora a pregare: “ Dio misericordioso, fonte di ogni bene… guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia”.
Buon cammino di quaresima.
Don Antonino Favata
Cappellano del Presidio Ospedaliero “Abele Ajello”