Oggi parliamo di occhio pigro. Quello che nel gergo comune si chiama occhio pigro, in termini tecnici viene definito occhio ambliope.
L’ambliopia è quella condizione caratterizzata da una riduzione dell’acuità visiva in uno dei due occhi di almeno 2/10 rispetto all’altro (più raramente in entrambi).
Le cause dell’ambliopia sono principalmente di tre tipi: strabica, anisometropica (differenza di refrazione tra i due occhi – ad esempio, uno miope e l’altro ipermetrope- di almeno 1.50 D) e da deprivazione, quando cioè lo stimolo visivo non riesce ad arrivare alla retina in modo efficace come accade per esempio a causa di una cataratta congenita o di ptosi palpebrale (palpebre cadenti).
Dell’ambliopia strabica abbiamo già parlato nello scorso articolo, per quanto riguarda quella anisometropica succede che i due occhi avendo una diversa rifrazione percepiscano un’immagine diversa sia per dimensioni che per nitidezza.
Prendiamo per esempio un bambino che abbia un occhio che vede senza l’aiuto di nessun occhiale (emmetrope) mentre l’altro occhio vede sfocato da lontano e ancor più da vicino (occhio ipermetrope), in questo caso succede che le due immagini che gli occhi inviano al cervello sono talmente diverse che il cervello fatica a fonderle e preferisce mantenere l’immagine nitida ricevuta dall’occhio emmetrope ed escludere quella sfocata ricevuta dall’occhio ipermetrope. Questo meccanismo cerebrale continuato nel tempo fa si che giorno dopo giorno l’occhio ipermetrope venga escluso dalla visione e non venga più utilizzato diventando ambliope (ambliopia ex non uso).
La stessa situazione si verifica nel caso di miopia medio-alta, anche se con un incidenza più bassa, e alto astigmatismo.
I segnali e i sintomi dell’occhio pigro sono raramente riferiti da chi ne soffre perché spesso si parla di pazienti troppo piccoli per denunciare una vista inferiore in un occhio rispetto all’altro. E’ per questo motivo che si raccomanda di effettuare una prima visita oculistica e ortottica al bambino, anche in assenza di sintomi già entro il primo anno di vita.
Gli esami per la diagnosi dell’ambliopia sono una visita oculistica e una visita ortottica al fine di studiare la motilità oculare.
COME RISOLVERE IL PROBLEMA?
Il primo intervento, dopo una corretta valutazione e correzione dei difetti refrattivi e/o delle cause anatomiche (come cataratta congenita o ptosi palpebrale), consiste nell’occlusione diretta con bende adesive applicate sull’occhio o sull’occhiale e/o con filtri semitrasparenti posti sugli occhiali.
E’ di fondamentale importanza una diagnosi precoce, per poter intervenire fin da subito con un piano terapeutico. Ricordiamoci che più tardivo è l’intervento meno efficace sarà il trattamento, in quanto verso gli 8-10 anni il sistema visivo raggiunge la sua maturità e di conseguenza dopo questa fase i risultati sono nulli.
Concludo con un consiglio di natura pratica per i genitori: provate a giocare ai pirati con i vostri bambini… se occludendo con la mano gli occhi in maniera alterna il bambino presenta particolare fastidio durante l’occlusione di un occhio rispetto all’altro questo potrebbe essere indice di una cattiva visione di quell’occhio e più che mai in questo caso il parere dello specialista diventa prezioso.
Rubrica a cura di Blanca Parisi