C’è una veggente ex imprenditrice di origini siciliane, Gisella Cardia, e che ora risiede a Trevignano, sulle rive del lago di Bracciano, che dice di parlare regolarmente con la Madonna. E ora la statuetta che ha portato da un pellegrinaggio da Madjugorje piange lacrime di sangue. Accade da qualche tempo, ogni terzo giorno del mese, da cinque anni. L’ultima volta è accaduto il 3 marzo e Trevignano è diventato un luogo di pellegrinaggio dopo che la sua storia è stata raccontata dall’edizione romana de La Repubblica. Gisella Cardia ha raccontato che la sua vita è cambiata dopo un viaggio a Medjugorje nel 2016 perché la statuetta che ha portato con sé a Trevignano, dove si era trasferita col marito, ha cominciato a piangere nel salotto di casa dove è custodita. La donna dice anche che la Madonna le parla e lei trascrive quelle parole. Sulle mani e sui piedi di Gisella inoltre, ad ogni quaresima, appaiono delle dolorose stimmate. «Ho lasciato tutto, la mia carriera, la mia vita di prima – ha raccontato -. Ricevo chi ha bisogno di un consiglio della Vergine e mi dedico alla nostra onlus. La Curia si è limitata a fare un raffronto tra il Dna del sangue della statuetta e il Dna di Gisella e Gianni Cardia, che è il marito. Al momento si sa che è sangue umano. Gisella ha raccontato la sua storia: «Eravamo una coppia normalissima, sposati da 13 anni, da Roma ci siamo trasferiti qui in cerca di tranquillità. Aspettavo due gemelli, li ho perduti, un grande dolore. La madonnina è un ricordo di Medjugorje, per tre volte ha pianto sangue in casa nostra». Gisella nel 2020, ma dopo che la pandemia era scoppiata, disse che la Madonna le aveva annunciato il coronavirus. Stavolte invece asserisce che la Madonna le avrebbe preannunciato “un’altra grande guerra”.
Statua della Madonna “piange”: il vescovo ordina una indagine
Sarà istituita una commissione diocesana per una “indagine previa” sulle lacrime della Madonna di Trevignano. Lo fa sapere all’Adnkronos mons. Marco Salvi, il vescovo di Civita Castellana a cui appartiene il paese che si affaccia sul lago di Bracciano. Il volto della Madonna di Trevignano si sarebbe più volte bagnato di lacrime di sangue e il giorno tre di ogni mese da quasi cinque anni folle di persone si radunano in preghiera sul luogo dove sorge la statua, alle porte del paese lacustre. Un fenomeno da prendere sul serio o frutto di suggestione, ancor più in tempo di crisi? il vescovo, fresco di nomina, osserva: “Sono arrivato da un mese. Sto istituendo una commissione diocesana per una indagine previa”. Lo scopo è fare piena luce sul fenomeno.
Fonte: lasicilia.it