I giovani si danno all’agricoltura. O almeno ci provano. La terra è infatti vista come un’opportunità di lavoro, anche se per avviare un’attività è spesso necessario aspettare i contributi.
In Italia li hanno richiesti 30mila i giovani tra il 2016 e il 2017: hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura, con ben il 61% concentrato al Sud e nelle Isole, il 19% al Centro ed il resto al Nord. In testa c’è proprio la Sicilia: secondo i dati regionali dei Piani di sviluppo rurale (Psr), elaborati da Coldiretti nell’isola sono state presentate 4700 domande, seguita da Puglia (4540), Toscana (2763), Sardegna (2.707) e Calabria (2.110) nelle prime cinque posizioni.
I dati, contenuti nello studio ‘Ritorno alla Terra’, sono stati presentati oggi all’apertura del primo ‘Open Day dell’agricoltura’ italiana, organizzato dalla Coldiretti sul lungomare di Bari. «Giovani generazioni, istruite e con voglia di fare tanto, danno vita al ritorno epocale del mestiere della terra» ha commentato il presidente della Confederazione agricola, Roberto Moncalvo, riferendosi alle domande presentate da giovani agricoltori per il primo insediamento che hanno superato del 44% il totale previsto per l’intera programmazione europea fino al 2020.
A sostenere con Moncalvo che «il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo» sono poi stati anche i tanti giovani agricoltori presenti nel Villaggio della Coldiretti, che da oggi sino a domenica 29 aprile contribuiranno ad animare il percorso di un chilometro tra aziende, trattori, agrichef, orti, fattorie didattiche, animali e villaggio delle idee.
Tra le cose da sapere, come spiegato nel «percorso in 10 mosse per avere successo nei campi» diffuso dai giovani della Coldiretti nell’occasione, il primo passo è avere un’idea d’impresa ben chiara, poi studiare territorio, mercati e normative, progettare un business plan, disegnare una mappa delle fonti di finanziamento, verificando le possibilità di accesso alle risorse per presentare il progetto e realizzarlo.
Fra gli ostacoli maggiori – secondo la Coldiretti – il costo elevato della terra, con quella arabile che in Italia è la più cara d’Europa avendo un prezzo medio di 40.153 euro all’ettaro.
(Fonte: Gds.it)