Nella notte fra venerdì e sabato alcune potenti milizie libiche si sono mosse a Tripoli e hanno preso il controllo dei palazzi del governo che erano affidati alla Guardia presidenziale. Secondo osservatori indipendenti in Libia, si tratta innanzitutto della potentissima milizia di Misurata ‘Katjiba Halbous’, che da quando è stata integrata nell’esercito libico è diventata Brigata 301.
Alla Halbous si sono unite la ‘Tripoli Revolutionries Brigade’ dell’ex capitano di polizia Haitam Tajuri e la Brigata Ghaniwa. Quella di Tajuri è una delle 4 brigate di ‘rivoluzionari’ che dai tempi della rivolta contro Gheddafi si sono consolidate in città e svolgono soprattutto compiti di polizia. Mentre la Brigata Halbous, composta soprattutto da soldati di Misurata, è un vero piccolo esercito, con 400 carri armati e blindati, artiglieria e artiglieria contraerea.
Il ministero dell’Interno di Tripoli smentisce l’azione e assicura che le sue Guardie sono ancora attive e che si occupano loro della sicurezza delle sedi delle istituzioni: “La situazione di sicurezza nella capitale è sotto controllo”, sostiene il dicastero del governo del premier Fayez Al Sarraj in un messaggio sulla propria pagina Facebook. “Queste informazioni sono destituite di qualsiasi fondamento e hanno come scopo quello di destabilizzare la capitale”, sostiene il testo smentendo una presa della sede del Consiglio dei ministri, ma anche solo “proteste” e “blocchi di strade”.
Al Arabiya aveva sostenuto che “armati attaccano e controllano la sede della tv principale del Consiglio presidenziale” e della “Guardia presidenziale all’aeroporto di Tripoli” e il sito Libyan Express aveva raccolto informazioni rilanciate da social media che parlavano della rivolta di tre milizie.
Un osservatore a Tripoli sostiene che “l’operazione non è un golpe o un atto di ribellione, ma è come un cambio negli equilibri militari di chi controlla la città”. Per la prima volta da anni la milizia di Misurata, che si era acquartierata ad Abou Salim alla periferia di Tripoli, è rientrata nel centro cittadino. Da tempo i leader poltici e militari di Misurata erano in tensione con Fayez Serraj, il capo del Consiglio presidenziale libico.
(Fonte: Repubblica.it – Vincenzo Nigro)