Per maltrattamenti, lesioni e minacce ai tre figli adottivi (arrivati dalla Polonia nel 2004), il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte ha condannato una coppia di coniugi marsalesi a un anno e mezzo di reclusione, nonché al pagamento delle spese processuali e al risarcimento danni da stabilire in sede civile. La “provvisionale» (risarcimento danni da pagare subito) è stata fissata in 24 mila euro.
I tre figli adottivi, due femmine e un maschio, quest’ultimo ancora minorenne, sarebbero stati picchiati, costretti a fare le pulizie, non avrebbero potuto frequentare coetanei, parlare la lingua della loro nazione d’origine ed inoltre sarebbero stati costretti a vivere in un garage. La prima a ribellarsi fu la più grande, che adesso ha 25 anni, che all’età di 15 anni fuggì più volte da casa.
E fu la prima ad essere ospitata in una struttura protetta come, successivamente, anche la sorella e il fratello. L’indagine è stata coordinata dal pm Silvia Facciotti. Durante il processo, l’ex padre adottivo ha ammesso di aver usato la cinghia per picchiare i figli adottivi. «Solo una volta» ha detto in aula. Per l’accusa e le parti civili, però, sarebbe accaduto più volte. Pare, comunque, come emerso nel processo, che la più severa fosse la madre.
(Fonte: Gds.it)