“Mi sono accorto di una coppia, un ragazzo e una donna, che si guardavano spesso attorno, come se controllassero di non essere osservati dal personale, un comportamento che mi ha insospettito, diciamo anomalo. Allora ho deciso di seguirli”. Così l‘addetto alla sicurezza della Rinascente racconta a Repubblica tutte le mosse di Marco Carta e Fabiana Muscas prima di essere colti con il bottino in borsa.
La coppia viene vista “prendere delle maglie dagli espositori e salire con la scala mobile fino al terzo piano”. Entrambi vanno nei camerini, ci restano svariati minuti. La donna, però, si ferma fuori. Viene inquadrata mentre passa le maglie, una alla volta, a Carta, all’interno dello spogliatoio. Poco dopo, lei scosta la tenda e gli passa anche la propria borsa. Carta esce dal camerino e a quel punto, nota il dipendente della security, “in mano non avevano più le maglie prelevate poco prima”.
La sorveglianza continua a pedinarli, senza dare nell’occhio. I due infatti non si accorgono di nulla e riprendono le scale mobili, salgono al quarto piano, stavolta vanno nei bagni per la clientela: “Vedevo il ragazzo entrare e uscire immediatamente“. La ricostruzione dell’ accaduto è stata messa a verbale dal testimone.
Tutto è cominciato alle 19.30 del Black Friday, giornata di sconti e di apertura straordinaria fino all’una di notte. Dopo la puntatina in bagno Carta e la Muscas scendono di nuovo giù, al secondo piano, dove il cantante stavolta prende due costumi da bagno da uomo e va alla cassa per pagarli. L’ addetto continua a seguire i due mentre riprendono le scale mobili fino al piano terra. Si avvicinano all’ uscita verso piazza Duomo, oltrepassano le barriere anti-ladro e scatta l’ allarme sonoro. A quel punto il personale li blocca e i due vengono invitati a rientrare per il controllo dei sacchetti e vengono trovate nelle borsa di lei “le maglie appena trafugate”.
Intanto il personale va a fare un controllo nel bagno del quarto piano e per terra ci sono le placche antitaccheggio, quelle appena staccate. Le maglie sono state ritrovate nella borsa della donna che accompagnava Carta assieme a un cacciavite, “presumibilmente” utilizzato per rimuovere l’ antitaccheggio dai capi, ma erano dotate anche di un ulteriore antifurto, sotto forma di piccoli adesivi, più difficili da notare, che spesso non lasciano scampo ai “non professionisti”. “Un’ azione preordinata”, sostiene il testimone, “lui ha nascosto gli abiti nella borsa di lei, poi si è chiuso alla toilette e lì ha staccato le placche antifurto” .
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)