Il boss mafioso Matteo Messina Denaro – che sta lottando contro un tumore al colon in uno stadio avanzato – starebbe sempre peggio. Le sue condizioni di salute sarebbero tornate critiche e da cinque giorni sarebbe nuovamente nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale San Salvatore de L’Aquila.
L’ex superlatitante, sottoposto l’8 agosto scorso ad intervento chirurgico per una occlusione intestinale, era uscito il 5 settenbre scorso dalla Terapia intensiva e stava proseguendo le cure in un altro spazio dell’ospedale attrezzato con tutti i macchinari del caso per seguire il decorso post operatorio e per effettuare le terapie anti tumorali. Ma ora si sarebbe reso necessario un nuovo ricovero in Rianimazione – dove è sorvegliato a vista da decine di rappresentanti delle forze dell’ordine – per il peggioramento della stato di salute.
L’istanza di scarcerazione
Nelle passate settimane gli avvocati di Messina Denaro avevano annunciato la presentazione di una istanza di scarcerazione per l’aggravarsi delle condizioni di salute collegate al tumore al colon, incompatibili con la detenzione. Ma l’iter è stato sospeso proprio a causa del ricovero.
Intanto sabato è filtrata un’indiscrezione che riguarda una presunta volontà del boss di non essere rianimato nel caso in cui si dovesse verificare questa necessità. Non ci sono state conferme o smentite in merito a questa circostanza. La nipote del boss, l’avvocato Lorenza Guttadauro, sarebbe attualmente a L’Aquila per seguire la vicenda.
La terapia del dolore
Ma sull’ex Primula rossa della mafia siciliana al momento filtrano pochissime notizie. Il padrino sarebbe sottoposto a terapia del dolore per lenire le sofferenze post operazione e legate alle patologie gravi di cui soffre da tempo.
«La terapia del dolore è stata riadattata, tutti i pazienti rispondono allo stesso modo» è stato l’unico commento rilasciato all’agenzia LaPresse da Luciano Mutti, capo dell’equipe oncologica che ha in cura Matteo Messina Denaro.
La gestione della malattia del boss è centrale in questi giorni: la situazione viene continuamente monitorata da istituzioni sanitarie e dello Stato.
Fonte: Lasicilia.it