Il 16 dicembre del 2000, durante l’Anno Santo del grande Giubileo indetto da San Giovanni Paolo II, don Antonino Favata veniva consacrato sacerdote da mons. Emanuele Catarinicchia (oggi 94 anni) nella nostra Basilica Cattedrale: un giorno che tanti di noi ricordano ancora con grande emozione.
Dal 2000 al 2006 ha prestato il suo servizio pastorale in diverse parrocchie della diocesi e poi a Roma, per tanti anni, nell’ambito sanitario presso diverse strutture ospedaliere della capitale: il Sant’Andrea, il Columbus e la clinica Samadi. Rientrato in diocesi, nel 2017 mons. Mogavero l’ha nominato cappellano dell’ospedale di Mazara con la riapertura del nuovo “Abele Ajello”.
Sacerdote amato, apprezzato e stimato, col suo carattere semplice ed immediato riesce ad entrare in sintonia con chiunque lo incontra mostrando a tutti una Chiesa accogliente e materna, segno della paternità di Dio e della Sua vicinanza. Nel suo infaticabile servizio presso l’ospedale, oltre ad essergli riconosciuto un ruolo di leadership spirituale, è per tutti un costante punto di riferimento per qualunque problema o difficoltà o momento di gioia.
Sempre presente, disponile, affabile ed attento, ha saputo creare attorno alla Cappella dell’ospedale una realtà pastorale unica nel suo genere, apprezzata ovunque, un cuore pulsante di “spiritualità della sofferenza oblativa” per tutta la nostra città: dalle varie celebrazioni liturgiche quotidiane, alle visite agli ammalati, al numeroso gruppo dei volontari (VOM), alle Sante Messe nei reparti, ai mercatini per la carità a Natale e a Pasqua, all’altare di San Giuseppe, alla festa di Gesù misericordioso, alla visita della Madonna del Paradiso, ai corsi di cresima per il personale, ai pellegrinaggi culturali, e tanto altro ancora. Chi lo conosce personalmente e collabora con lui, sa che è veramente instancabile.
In questo tempo segnato dal Coronavirus, il 20º anniversario del suo sacerdozio è una tappa importante della sua vita (e, in verità, anche della nostra) che ha voluto ricordare con un bel messaggio sulla pagina Facebook della Cappella ed ha invitato tutti alla preghiera e al ringraziamento a Dio: “Davvero grande è la gioia che inonda e avvolge in questi giorni tutto il mio cuore per le meraviglie che il Signore Dio ha operato, per sua grazia, in me e attraverso di me in questi 20 anni di ministero sacerdotale nella sua Chiesa e con me vi invito a ringraziare il Signore: “Te Deum laudamus”. “Vi porto tutti nella mia preghiera e nel mio cuore. E chiedo a tutti, con grande umiltà, di pregare per me”.
Ed ancora aggiunge: “Quanta strada mi hai fatto fare Signore; quanti volti mi hai fatto incontrare; quanta paternità mi hai fatto sperimentare; quanta grazia mi hai fatto dispensare; quante gioie hanno arricchito il mio ministero e la mia vita; quanta fatica hai caricato sulle mie spalle; di quanta incertezza hai segnato i miei giorni; quante lacrime hanno bagnato il mio volto; quanto buio mi ha fatto desiderare la tua luce; quante sorprese inattese mi hai fatto gustare; con quanta pazienza e misericordia mi hai accompagnato. Mi hai custodito amorevolmente, mi hai plasmato ogni giorno e mi hai fatto assaporare la tua onnipotenza e la tua benevolenza”.
Don Antonino così conclude il suo messaggio: “Continua ad essere con me Signore: precedimi sempre nel mio cammino, rendimi strumento della Tua consolazione ed aiutami a fare sempre la Tua divina volontà. Amen. Maria, Madre amabile dei Sacerdoti: prega per me”.
Nei giorni scorsi, a seguito di un’intervista per Prima Pagina Mazara, è stato definito dal redattore dell’articolo “prete supereroe” perché visita anche i pazienti del reparto COVID-19 dell’ospedale: “… per don Antonino non era giusto che queste persone non potessero ricevere la “carezza di Dio” per cui ha deciso, due volte a settimana di entrare nel reparto covid e portare un saluto agli ammalati. Il suo è un grande gesto di umanità ma anche di coraggio infatti è uno dei pochissimi sacerdoti in Italia a compiere un atto simile”.
In verità, secondo noi, don Antonino non è affatto un eroe; lui è soltanto un semplice sacerdote che, sull’esempio di Gesù, sa spendersi senza riserve per tutti coloro che il Signore pone sul suo cammino: è un dono prezioso di Dio per tutti noi. Impegniamoci a custodirlo e a sostenerlo col nostro affetto, la nostra collaborazione e la nostra preghiera.
Grazie don Antonino per il tuo “si” a Dio nella Chiesa e tantissimi auguri: siamo fieri di te.
Il gruppo VOM e il personale dell’ospedale