Per il dragaggio del porto di Mazara non c’è soltanto il problema del trasporto dei fanghi e della melma e dove depositarli ma anche verificare la qualità degli stessi. Secondo la categoria, quindi la eventuale tossicità o meno, si dovrà stabilire dove portarli e cosa farne. Per esempio, la zona dell’Affacciata di Mazara, indicata a suo tempo dal comune, dopo la verifica effettuata da tecnici regionali, non sarebbe idonea perché sarebbe a rischio l’inquinamento delle acque. Enzo Sciabica, dell’associazione ambientalista Fare Ambiente, sottolinea in una nota che “in un primo momento la Regione aveva detto di no allo stoccaggio nella Colmata B di qualsiasi tipo di fango, mentre nella successiva autorizzazione di rettifica della precedente, in seguito a Studio di Incidenza, la stessa Regione (dirigente generale ARTA la dottoressa Rosaria Barresi), autorizzava a conferire in colmata, i fanghi di categoria “A” (cioè fanghi che corrispondono a sabbie e che ad oggi non risultano presenti nel porto di Mazara) mentre altri fanghi il CNR di Capo Granitola li ha classificato B1 – B2, C1 – C2, precisando che, a cominciare da quelli in B2 non possono andare in Colmata perché la stessa non si presta ad impermeabilizzazione che deve essere attuata per legge prima di procedere allo stoccaggio dei fanghi”. Si calcola che, in determinati punti, il pescaggio ormai è di appena un metro. Sarebbero stati presi in esame secondo i tecnici del Cnr, quando sono stati incaricati oltre 4 anni fa di esaminare la situazione dei fondali del porto – canale, ben 63 punti di campionamento e sono state fatte 325 operazioni analisi. Il punto più critico dentro il porto canale appare quello che dalla “scala dei poverelli” va verso la foce dello stesso fiume. La criticità del porto canale, relativamente ai materiali depositati nel fondo si è elevata dopo l’eliminazione del vecchio ponte di ferro che permetteva un deflusso ottimale delle acque e che oggi viene parzialmente ostruito dalla presenza di una banchina chiusa. Si calcola che nel fondo del fiume vi siano circa 670 mila metri cubi di materiale e saranno dragati circa 400 mila metri cubi in modo da consentire un pescaggio del porto tra i 3 metri e mezzo e i quattro metri. Non sembra che nel fiume vi siano materiali altamente tossici ma per una considerazione definitiva bisogna rifare tutte le analisi perché quelle effettuate dal Cnr, oltre 4 anni fa, sono scadute.
Fonte: Giornale di Sicilia – Salvatore Giacalone)