Preso atto delle esternazioni del meetup M5S di Mazara del Vallo, che stanno avendo una eco diffusa negli organi di stampa, sia sul web che sulla carta stampata, ritengo doverosa una sintetica replica, in rispetto degli elettori che su di me hanno riposto fiducia e meritano, pertanto, una cristallina trasparenza in merito alla vicenda che mi vede, mio malgrado, coinvolto. Precisato che le vicende interne al movimento, e segnatamente tra gli iscritti al meetup di Mazara del Vallo, dovrebbero rivestire il carattere della riservatezza, atteso che solamente i fatti a rilevanza pubblica dovrebbero avere risalto nella comunicazione a mezzo stampa, con l’evidenza che solo ciò che attiene alla concreta attività degli eletti al consiglio comunale, può legittimare un interesse degli elettori e della cittadinanza, rimango a dir poco basito dalla vacuità delle contestazioni che mi vengono mosse e dal modo in cui queste vengono esternate. Preliminarmente è mia urgenza precisare che alcun provvedimento di espulsione mi è stato comunicato dagli organi a ciò legittimamente preposti, a seguito di regolare procedimento disciplinare previsto dal vigente statuto del Movimento cinque stelle e pertanto la diffida, comunicata alla stampa, ma non al sottoscritto, si appalesa con evidenza arbitraria e posta in essere unicamente con l’intento di delegittimare l’attività amministrativa del sottoscritto, evidentemente, a vantaggio di chi pretende di condizionare (e non consigliare) l’attività dei consiglieri comunali. A ciò si aggiunga che, la presunta espulsione, che viene indicata quale sanzione di massima gravità nello statuto, è stata deliberata in assenza del sottoscritto e senza che mi sia stata data alcuna possibilità di difesa o di semplice chiarimento. La genericità delle contestazioni, poi, rende altrettanto palese che l’azione posta in essere da un ristretto numero di iscritti e, presumibilmente, capitanata da un candidato sindaco a cui hanno dato seguito, in maniera acritica, il consigliere regionale e quello parlamentare, alimenta nello scrivente ancor più il sospetto che si sia voluto screditare chi ritiene di portare avanti la propria attività di consigliere in maniera ponderata e ragionata, evitando di abbandonarsi a esternazioni umorali o nel bieco intento di cavalcare uno “scandalo” cittadino in merito al quale nessuno ha, fino ad oggi, attivato concrete azioni di contestazione (e nelle sedi preposte) oltre a quella di abbandonarsi ad una sterile indignazione. In attesa, dunque, che venga comunicata al sottoscritto un regolare avvio di procedimento disciplinare dagli organi del M5S all’uopo preposti, nella convinzione che la mia azione politica sia conforme alla linea politica del movimento che ha sempre sostenuto l’idea di un opposizione costruttiva e, ancor più, nella certezza di non aver violato alcuna norma dello statuto e del codice etico, ritengo che alcuna valenza possa avere la “diffida” formulatami dai portavoce Tancredi e Martinciglio che, ricordo, non ricoprono cariche elettive gerarchicamente sovraordinate a quella del consigliere comunale. Sulla questione è mia intenzione, al sol fine di far chiarezza su una vicenda che personalmente mi amareggia non poco, attivare, nelle forme e nei modi di legge, ogni azione utile alla tutela della mia immagine e del ruolo che ricopro grazie alla fiducia dei miei elettori, che meritano da parte mia rispetto, lealtà e trasparenza.
Girolamo Billardello