Il nostro cimitero è stato profanato e noi siamo tutti sconvolti. Siamo turbati e cerchiamo responsabili diretti e indiretti. Vorremmo percorrere e incrementare la via della repressione. Io credo però che non basta indignarsi, non basta mostrare il proprio disappunto, non basta reprimere, bisogna assumersi le proprie responsabilità educative e sociali. Dentro un contesto cittadino dove tutti sono contro tutti, diventa possibile anche la profanazione, che è il massimo della violenza e del disagio sociale. È necessario ritornare al confronto civile e al dialogo costruttivo con tutte le forze sane presenti in città. Bisogna ritornare a sognare una città che offra spazi e opportunità di vita gioiosa e serena. Bisogna ripensare la città a partire dai più fragili e dai meno integrati. La nostra città ha bisogno di educatori capaci di spendersi per il vivere civile e democratico.
Don Giuseppe Alcamo