Il Commendatore Gervasio Savastano era tormentato dalla superstizione, convinto com’era che qualcuno della sua attività portasse sfortuna, il grande De Filippo, nella sua commedia “ non è vero ma ci credo” sapeva magistralmente individuare e toccare con mano quelli che erano, e che sono, i difetti dei meridionali, ovvero quello di credere che esista un qualcosa di superiore a noi che non consenta alle cose di realizzarsi. Quel difetto è a volte rappresentato in varie forme, a Mazara potrebbe essere rappresentato così: Tanti anni fa, nacque l’esigenza di pulire il porto canale di Mazara del Vallo, sia chiaro non per spirito ecologico, ma per pura ed estrema necessità. I motopescherecci e le barche che ivi transitavano quasi sempre erano costretti a navigare zigzagando onde evitare di rimanere intrappolati nella poltiglia fangosa che ormai stava letteralmente raggiungendo le banchine del Porto canale, ma anche lo zigzagare era diventato inutile, perché comunque le barche rimanevano lo stesso bloccate nel fango. Ecco che quasi come risvegliati da n brutto sogno tutta la cittadinanza si è quasi sollevata a protestare per raggiungere l’obiettivo del dragaggio del Porto, che badate bene, ormai non si realizza da ben 40 anni. Nelle ultime amministrazioni, vedi Sindacatura Cristaldi, si cominciò a muovere qualcosa, al punto che la Regione Sicilia stanziò, per il progetto di dragaggio, una cifra pari quasi a 3 milioni di E, euro più euro meno. Eureka, la popolazione per un momento esulta al raggiungimento dell’obiettivo. Ma il tempo passa, e non voglio usare un termine mazarese dialettale, ma lo potete immagnare, e il progetto tarda a realizzarsi. Dopo numerose proteste finalmente qualche anno fa cominciarono i primi controlli sul territorio, leggasi anche individuazione dei posti dove alloocare i fanghi e i detraiti sottratti al porto. Non voglio farla tanto lunga, ma cominciarono i primi mugugni, con le associazioni ambientaliste e naturalisti vari che si opposero per i luoghi individuati, il tutto porta ad ulteriori ritardi dovuti all’analisi dei fanghi, e quant’altro fosse necessario per la tutela del patrimonio ambientale. Passano gli anni, e sempre per non farla tanto lunga, con l’ingresso della nuova amministrazione l’iter della realizzazione del dragaggio sembra accelerarsi, si accellera a tal puto che la Regione organizza una serie di incontri e conferenze con l’amministrazione comunale mazarese programmando e realizzando un primo step di lavori avente ad oggetto la rimozione di alcune carcasse dal porto canale, questo grazie alla gara d’appalto che si aggiudica una Ditta di proprietà dell’imprenditore Giuseppe Micali la Ecol 2000, sembra quasi che si sia avverato un lungo sogno, pronti e via si sta realizzando il secondo step, il vero e proprio dragaggio del porto canale. Ma, e dico ma, è troppo bello per essere vero, e a questo punto entra in scena l’operazione “ Ottavo Cerchio” nel quale vengono coinvolti e sottoposti agli arresti domiciliari L’ing. Giancarlo Teresi dirigente del Genio Civile di Trapani, nonché responsabile, quale direttore dei lavori di dragaggio del porto canale di Mazara del Vallo, e l’imprenditore Giuseppe Micali della Eco 2000 . Micali, in pratica ha corrotto l’ing. Teresi per assicurarsi l’appalto del dragaggio del porto canale di Mazara con la fantasmagorica cifra di €. 700, come aiuto per l’acquisto di una auto d’epoca, una cena per 4 persone e una notte in un albergo di Messina. Arriviamo al finale, oggi , con gli arresti dell’Ing. Tersi e del Sig. Micali i lavori del dragaggio verranno fermati e slitteranno, non sappiamo per quanto, ma i tempi non saranno sicuramente brevi, ragion per cui nello scrivere il finale che vuole essere anche provocatorio e sarcastico, il popolo mazarese( Commendatore Gervasio Savastano) a mia memoria non mi è mai sembrato un popolo superstizioso, ma e dico ma, che ci sia qualcosa o qualcuno che non vuole che questo dragaggio finalmente avvenga ?. Noi siamo convinti di no, e che si tratti solo di mera coincidenza, e fatti purtroppo che esulano dalle nostre volontà, troppi fatti negativi hanno attraversato negli anni questa città, ma è nelle difficoltà che si vede la forza di un popolo, e da queste testate invitiamo la cittadinanza alla coesione, al coraggio, all’unità, perché solo in questo modo si esce fuori dalle paludi.
Giuseppe Maniscalco