“Sono terminate le analisi dei fanghi del porto canale di Mazara e i risultati sono abbastanza positivi, nel senso che non ci sarebbero elementi tossici. Presto potrebbero iniziare i lavori di dragaggio”. Lo ha affermato il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci, nel corso di una conferenza stampa che aveva per oggetto l’attività amministrativa del comune. Si è però anche discusso del dragaggio del porto canale per il quale il sindaco mercoledì scorso ha partecipato , alla Regione, al tavolo tecnico istituito dal presidente Musumeci, che è responsabile della Struttura contro il dissesto idrogeologico. Negli scorsi mesi, Musumeci ha affidato alla Biosurvery, società di spin-off dell’università di Palermo, il compito di effettuare un “rilievo multibeam topobatimetrico e un minimo di dieci prelievi con carotaggio dei sedimenti fino a un metro di profondità”. I test, avrebbero fornito, secondo quanto riferito dal sindaco, indicazioni utili all’intervento vero e proprio che dovrebbe partire nelle prossime settimane. La fase operativa prevede, oltre alla pulizia dei fondali – per scongiurare nuovi fenomeni di straripamento – analisi di caratterizzazione sul materiale dragato e operazioni di smaltimento. Il primo intervento dei lavori sarà realizzato secondo l’ordinanza della Protezione Civile Nazionale n. 558 del 15 novembre 2018 che prevede, nel caso particolare del porto canale di Mazara del Vallo, di rimuovere i detriti ed il materiale depositato nell’area prossima alla foce del fiume Màzaro a seguito dell’esondazione del fiume per il maltempo dello scorso mese di Novembre. I lavori sono stati preceduti da rilievi batimetrici e topografici e dalla caratterizzazione del materiale fangoso depositato nel fondale. Ciò consentirebbe di stabilire la percentuale dei fanghi che andranno in “Colmata B” e di quella invece che sarà necessaria per lo smaltimento in discarica speciale. Si calcola che, in determinati punti, il pescaggio ormai è di appena un metro. Il punto più critico dentro il porto canale appare quello che dalla “scala dei poverelli” va verso la foce dello stesso fiume. Si calcola che nel fondo del fiume vi siano circa 670 mila metri cubi di materiale e saranno dragati circa 400 mila metri cubi in modo da consentire un pescaggio del porto tra i 3 metri e mezzo e i quattro metri. Non sembra che nel fiume vi siano materiali altamente tossici. Il sindaco ha aggiunto: “sono fiducioso sull’inizio dei lavori perché tutta la pratica è in mano alla Protezione civile e si troveranno quei siti dove scaricare i fanghi, alcuni anche in comata B”.
(nella foto il porto canale insabbiato)
(Fonte: Giornale di Sicilia – Salvatore Giacalone)