Costerà 836 mila euro il dragaggio del porto di Mazara. La cifra si evince dal decreto firmato lo scorso 22 marzo dal Commissario per il contrasto del dissesto idrogeologico in Sicilia, Maurizio Croce, che ha proceduto, quindi, all’aggiudicazione definitiva dei lavori in questione dopo quattro mesi utili per l’acquisizione della documentazione riguardante la Ares srl di Gioiosa Marea, la società che si era classificata al terzo posto nella graduatoria della gara di appalto che si è conclusa nel lontano mese di marzo del 2016.
L’impresa ora ha le carte in regola per iniziare i lavori (sembra entro il mese di aprile) anche perché sono terminati lo scorso 23 febbraio i rilievi batimetrici della società Geonautic srl, portati avanti per conto della Ares, che li ha effettuati sia nel bacino portuale che in quello retrostante del porto canale. I risultati delle analisi non sono stati resi noti ma, come è stato detto dallo stesso Commissario di governo, Maurizio Croce, quelli sabbiosi finiranno nella colmata B mentre quelli più pesanti, se ci sono, finiranno in cassoni e poi in discarica.
Per i rilievi è stata impiegata la motobarca «Neptune 1», iscritta al numero 1275 del Registro Navi Minori e Galleggianti di Porto Empedocle, e del veicolo radiocomandato Asv Geodrone.
I lavori del dragaggio sono relativi al primo stralcio, dalla foce al tratto antistante ai cantieri navali, che sarebbero dovuti partire nell’autunno del 2019 e poi sono stati bloccati a causa della vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’amministratore delegato della società Ecol2000, ditta aggiudicataria dell’appalto, ed il dirigente del Genio civile di Trapani. Il mese di aprile potrebbe essere quello buono per il dragaggio del porto ormai innavigabile ed in stato di degrado da anni con conseguenze nefaste per comparto peschereccio e per le attività ad esso collegate.
Nel fiume Mazaro vi sono oltre 67 mila tonnellate di fango da prelevare. Percorrendo le banchine del porto canale è facilmente visibile il degrado presente in tutto il tratto che va dal canalone centrale fino al primo ponte sul fiume. In diversi punti vi sono isole di sabbia nelle quali si sono incagliate in questi anni diverse imbarcazioni, per non parlare dei detriti e dei fusti arborei portati dalla corrente e ben visibili in diverse parti del porto canale.
Salvatore Giacalone
Giornale di Sicilia