Migliaia di migranti honduregni hanno ripreso la loro marcia verso gli Stati Uniti dalla città di Ciudad Hidalgo, nel Sud del Messico. Le autorità messicane erano riuscite a bloccare questa “carovana” di oltre 4.000 persone su un ponte di confine giovedì scorso, ma molti migranti sono entrati illegalmente attraverso il fiume che separa il Messico dal Guatemala. “Nessuno ci fermerà, dopo tutto quello che abbiamo passato”, racconta Aaron Juarez, 21 anni, che cammina a fatica a causa di un infortunio al piede, insieme a sua moglie e al suo bambino. “Siamo stanchi, ma molto felici, siamo uniti e forti”, ha detto Edwin Geovanni Enamorado, un contadino honduregno che ha lasciato il suo paese dopo essere stato vessato dalle bande criminali del Maras. Maria Adela Vasquez proviene da Tegucigalpa, la capitale dell’Honduras, dove insieme a sua figlia diciassettenne gestiva una piccola bancarella di cibo. Le cose hanno preso una brutta piega quando bande locali e gruppi criminali hanno iniziato a estorcergli denaro. “Quelle son persone che non perdonano, a loro non importa che tipo di attività svolgi: i soldi l’unica cosa che gli interessa. Hanno minacciato mia figlia e le hanno detto che se non avesse pagato l’avrebbero uccisa. Così abbiamo deciso di andarcene e ci siamo uniti a queste persone, anche per essere più sicure, il percorso è pericoloso”, ha raccontato la donna. La “carovana” era partita il 13 ottobre scorso da San Pedro Sula, nel Nord dell’Honduras, dopo un appello sui social network pubblicato da un ex deputato honduregno. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, continua a chiedere ai governi della regione di fermare l’esodo e riportare la gente in Honduras, minacciando di tagliare gli aiuti ai governi di Honduras, Guatemala e El Salvador. In un tweet della scorsa settimana, ha anche minacciato di chiamare l’esercito e chiudere il confine meridionale degli Stati Uniti.
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)