Matteo Messina Denaro, durante la sua latitanza trentennale, non ha rinunciato ad acquistare auto. Anzi, si recava personalmente nelle concessionarie per sceglierle e acquistarle, spesso utilizzando false identità.
Le indagini dei Carabinieri del Ros, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno portato alla luce tre di questi acquisti.
– Gennaio 2022: Nei panni di Andrea Bonafede (classe ’63), il boss compra un’Alfa Romeo Giulietta in una concessionaria di Corso Calatafimi.
– 2020: A Carini, Messina Denaro, sempre con l’identità di Bonafede, acquista un’altra Fiat 500.
Altri spostamenti:
L’analisi delle targhe delle sue auto ha permesso di ricostruire ulteriori spostamenti del boss. Nel 2017, a bordo della 500 comprata a Palermo, viene fermato a un posto di blocco a Mazara del Vallo. Era munito di documenti falsi, intestati a un’altra persona, la cui identità è ora oggetto di indagine. L’episodio, pur inquietante, risulta regolarmente registrato nel database delle forze dell’ordine.
Restano interrogativi su come Messina Denaro abbia potuto godere di tanta protezione e complicità. Il boss, in carcere, ha fornito ai magistrati un proverbio ebraico per spiegare la sua latitanza: “Se vuoi nascondere un albero, piantalo nella foresta”. Ma gli inquirenti non ci credono.
Infatti, Messina Denaro era già da dieci anni tra Trapani e Palermo, quando ha scoperto di avere un tumore nel novembre 2020. Si sentiva al sicuro nel suo territorio, tanto da non allontanarsi da Campobello neanche durante un maxi blitz del Ros nel settembre 2022.
Le indagini proseguono per fare luce sulla fitta rete di fiancheggiatori che hanno aiutato il boss e per capire da cosa derivasse la sua granitica sicurezza.
Le auto di Messina Denaro sono un tassello importante per ricostruire la sua latitanza e le sue relazioni. L’analisi dei suoi spostamenti e delle sue identità fittizie potrebbe portare a nuove rivelazioni e forse anche a svelare i segreti di una delle figure più elusive di Cosa Nostra.
Fonte: Tp24.it