Ha vissuto tutta la sua vita accanto alla stessa persona, che alla sua morte gli ha lasciato un patrimonio di circa 1 milione di euro. Nulla di strano, se non fosse che il ricco ereditiere è un cane. Si chiama Tor, è un bastardino e oggi vive in un canile di Milano. Anni fa aveva salvato la vita al suo padrone, Pasquale Rizzo, un ex dipendente delle Ferrovie dello Stato, originario di Avellino, per anni residente a Milano: l’uomo si era accasciato per un malore e il cane abbaiando aveva richiamato l’attenzione dei vicini e permesso i soccorsi. Venti giorni fa, invece, per il signor Rizzo non c’è stato nulla da fare: è morto a 90 anni lasciando l’affezionato quattrozampe suo erede universale.
Forse per riconoscenza, forse perché celibe e senza figli, Pasquale Rizzo aveva riversato tutto il suo amore sul suo amico a quattro zampe. Si è rivolto allo studio dell’avvocato Andrea Ferrari per chiedere che tutti i suoi averi – due appartamenti (uno a Milano e uno ad Avellino) e due conti correnti – dopo la sua morte andassero proprio al cane.
In Italia, a differenza che in altri Paesi, l’ordinamento giuridico non prevede la nomina di un animale come erede diretto. Per questo è stato necessario nominare un esecutore testamentario: Antonio Zaccagni, amico da oltre 20 anni del defunto, che dovrà ora assicurarsi che il patrimonio sia destinato alle esigenze di Tor fino alla sua morte. Dopo andrà tutto ad associazioni o fondazioni che si occupano di animali.
(Fonte: Tgcom24,mediaset.it)