La strada per il nuovo governo è ancora lunga. Del resto, lo stesso Sergio Mattarella ne era consapevole fin dall’inizio delle consultazioni. Si chiuderà non prima della metà di maggio. Questa era la convinzione del Quirinale e oggi la previsione sembra confermata.
Il presidente della Repubblica, pur concedendo tempo, non è disposto a prestare il palcoscenico quirinalizio a show inconcludenti. E’ stato quindi costretto ad intervenire per richiamare all’ordine i partiti. In particolare Matteo Salvini e Luigi Di Maio che nelle scorse settimane hanno messo a dura prova la pazienza del presidente incrociando veti e rigidità.
Pazienza che Mattarella non ha perso del tutto come confermano questi giorni di riflessione che valgono per lui ma decisamente di più per Lega e Cinque stelle.
Ci si avvia quindi, salvo sorprese, ad un incarico a Roberto Fico che questa volta il capo dello Stato potrebbe non delimitare. La “logica Casellati”, cioè tempi contingentati e esplorazione solo su esecutivo centrodestra-M5s, potrebbe non essere ripetuta. Anche se c’è forte l’intenzione di “stanare” il Pd dalle sue ambiguità. Il presidente può infatti convocare il presidente della Camera al Quirinale già lunedì per affidargli un mandato esplorativo, senza postille.
Una formula che chiaramente darebbe ampio respiro a Fico, sia politico che temporale, permettendogli di percorrere contemporaneamente almeno due vie: quella dell’esecutivo M5s-Pd, esigua nei numeri e ad oggi altamente improbabile per le divisioni dei Dem, e quella dell’intesa Lega-M5s che presuppone uno strappo irreparabile nel centrodestra. Senza contare che, al contrario della Casellati, la figura del “movimentista” Fico potrebbe aprire praterie inesplorate per intese più larghe ad oggi imprevedibili. Il presidente della Camera è in grado di passare con una certa agilità dall’incarico esplorativo all’incarico pieno: sulla sua persona potrebbero anche coagularsi spezzoni del Pd oggi dormienti.
In questo fine settimana che annuncia l’estate la politica sonnecchia e anche i loquaci Salvini e Di Maio sembrano tiepidamente rilassarsi, quasi sapessero che il tempo del Colle non è proprio agli sgoccioli. E’ evidente che la forbice delle regionali in Molise e in Friuli Venezia Giulia pesa sulla formazione del Governo. E non si può non notare che il presidente farà la sua mossa all’indomani del voto molisano. Difficile che qualcosa di definitivo possa accadere prima di quello friulano.
Saggiamente Salvini e Di Maio non dovrebbero rilassarsi troppo: la strada che stanno percorrendo insieme, tra “stop and go”, deve portare risultati visibili entro la prossima settimana perchè Mattarella è sempre più scettico e, da presidente previdente, sta già lavorando alla soluzione finale: un governo di responsabilità per il Paese. Perchè il ritorno al voto subito con questa legge elettorale proprio no, il capo dello Stato non lo vuole. L’apertura di un “tavolo di programma” sarebbe un segnale più che sufficiente.
(Fonte: Gds.it)