La variante Omicron è predominante in tutto il mondo ma adesso spunta un’altra versione, la 3. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Omicron ha ormai preso il sopravvento sulla Delta, unica altra variante di cui al momento rimane una flebile traccia. In base ai dati riportati negli ultimi 30 giorni BA.1.1 resta la sottovariante predominante, rappresentando il 41% delle sequenze Omicron (187.058), Omicron 2 (BA.2) cresce e rappresenta adesso il 34,2% delle sequenze (156.014) a livello globale. Segue BA.1 che pesa per il 24,7% e conta 112.655 sequenze. BA.3 resta invece al momento molto più indietro: conta 101 sequenze, meno dell’1%, ma comincia a far paura.
Omicron 3, molto contagiosa
La versione 3 della variante Omicron è molto più contagiosa della 1 e pressocchè come la 2. Lo sostengono i virologi e tra questi, Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano: “Le nuove varianti Omicron, la 2 e la 3 sono contagiosissime, molto più della prima. Da fine mese (il 31 marzo finisce lo stato di emergenza, ndr) non si devono aprire i rubinetti istantaneamente, sarebbe meglio che l’utilizzo del Green Pass ed altre restrizioni rimanessero ancora e venissero tolte progressivamente dal 31 marzo”.
Omicron 3, i sintomi
I sintomi della nuova variante Omicron 3 non differiscono molto dalla Omicron vera e propria. Si può accusare mal di testa, raffreddore o naso che cola, stanchezza, ma anche febbre o mal di gola. Allo stesso modo i giorni di incubazione rimangono più o meno sempre cinque. La Omicron 3 è una variante che differisce poco dalla 2 ed è ancora poco presente in Italia. Grazie al fatto che la stragrande maggioranza delle persone oggi sono vaccinate, i sintomi più comuni con cui si presenta Omicron sono fortunatamente i più leggeri. C’è sempre un coinvolgimento delle vie aeree superiori, quindi naso e gola, che è maggiore rispetto a quello dei polmoni. C’è, rispetto a Delta, un minor interessamento del gusto e dell’olfatto.
Omicron 3, la risposta dei vaccini
A livello di aggressività e di risposta ai vaccini non ci sarebbe differenza. “Hanno effetti identici, ovvero sono varianti gemelle”, sottolinea Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che evidenzia come “i vaccini funzionano”.
Omicron, resiste più a lungo sulle superfici
La variante Omicron resiste sulle superfici più a lungo rispetto al virus SarsCov2 originario e ciò potrebbe facilitare la trasmissione dell’infezione attraverso il contatto con le superfici o altri oggetti, i cosiddetti fomiti. È quanto sostiene uno studio condotto dalla University of Hong Kong pubblicato su bioRxiv, piattaforma su cui vengono rese disponibili ricerche prima della valutazione da parte della comunità scientifica. I ricercatori hanno verificato la stabilità del virus su diverse superfici sia lisce sia porose. In tutti i casi, Omicron si è dimostrata più resistente del virus di Wuhan. Sull’acciaio inossidabile, due giorni dopo l’inizio dell’esperimento rimaneva attivo solo lo 0,09% delle particelle virali del ceppo originario contro il 14,18% di Omicron. Quest’ultima, dopo 7 giorni aveva ancora quasi il 2% delle particelle di virus attive. Sulla plastica (polipropilene), dopo due giorni rimaneva attivo solo lo 0,14% del virus originario contro l’8,47% di Omicron; sul vetro lo 0,1% del virus di Wuhan contro il 6,13% di Omicron. Risultati meno evidenti sono stati osservati sulle superfici porose, sulle quali il virus si degrada molto più velocemente.
Fonte: gds.it