È stato fermato e condotto nel carcere Cavallacci di Termini Imerese Giovanni Guzzardo, 46 anni, accusato di omicidio premeditato e occultamento di cadavere per la sparizione di Santo Alario. Il titolare del bar Avana di Capaci, trovato nelle campagne di Termini Imerese e condotto in cella, e la vittima si erano allontanati lo scorso 7 febbraio in auto, diretti a Ventimiglia di Sicilia e di loro, da allora, si erano perse le tracce, come inghiottiti nel nulla. Oggi la svolta compiuta dai carabinieri coordinati dalla procura di Termini Imerese diretta da Ambrogio Cartosio. I militari sono impegnati nelle ricerche del cadavere.
Rosalia Sparacio piange al telefono e dice: “Ma come ha potuto fare? La vita è dono di Dio e solo lui la può togliere. Almeno sono state sentite le mie preghiere da Dio. Non so ancora nulla, nemmeno se hanno trovato o meno il corpo di Santo. Ma almeno dopo tre mesi finisce il mio incubo”. La donna da tre anni era la compagna di Santo Alario e sin da subito i carabinieri avevano ipotizzato un omicidio. Alario avrebbe avanzato delle pretese sul bar di Capaci di proprietà di Guzzardo. Repubblica aveva raccolto, dopo la scomparsa, testimonianze che già davano per certa tre mesi fa l’ipotesi dell’omicidio. “Alario- dicevano in paese – era un tipo che non ci piaceva. Giovanni era molto buono e lui se ne è approfittato”.
(Nella foto: A sinistra l’arrestato Giovanni Guzzardo, a destra la vittima Santo Alario)
(Fonte: Repubblica.it)
La compagna di Santo Alario scomparso a Caccamo: “Io Guzzardo non lo perdono deve dire la verità”
“Se ha fatto qualcosa di male al mio Santo io non lo perdonerò mai. Può chiedere il perdono divino, non il mio”. Rosalia Sparacio compagna da un anno e mezzo di Santo Alario scomparso nelle campagne di Caccamo tre mesi fa insieme a Giovanni Guzzardo non ha mai smesso di piangere per quella che ancora adesso sembra una vicenda incredibile.
“Santo e Giovanni Guzzardo erano solo conoscenti- aggiunge Rosalia Sparacio – nessun rapporto di affari, nessuna società per quel bar di Capaci dove il mio compagno passava alcune ore. Io da compagna avrei saputo se tra i due ci fosse stato qualche rapporto di affari, qualche prestito. Ma nulla. So solo che qualche giorno prima i due hanno avuto una discussione al bar, ma sono certo che la cosa si era chiarita, tanto che Santo è salito in macchina con Giovanni il 7 febbraio scorso. Santo era altro quasi due metri. Non credo che avesse timore nei confronti di Giovanni Guzzardo”.
Tre mesi che non ho pace. Non lo auguro a nessuno. Ho tante domande che mi frullano per la testa. Come è possibile che solo un uomo abbia potuto sopraffare mio figlio alto quasi due metri. Era da solo in campagna? E’ stato aiutato da qualcuno? Spero che adesso i carabinieri mi facciano sapere qualcosa. In questi tre mesi non ho avuto notizie nonostante le mie tante richieste”.
Il ritrovamento di Guzzardo per la mamma di Santo è la conferma di quello che pensava. “Noi abbiamo sempre parlato. Chiesto aiuto. I familiari di Guzzardo si sono chiusi nel più totale silenzio. Evidentemente sapevano quello che era successo. Per questo non parlavano per paura di dire qualcosa di sbagliato”. La madre in questo momento ha solo un desiderio.
“Vorrei vedere in faccia quell’uomo che si nascondeva a Termini Imerese, gli vorrei dire che se ha fatto qualcosa di male a mio figlio ha solo una possibilità per tornare ad essere uomo: togliersi la vita”.