Altra aggressione al pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo, la terza in tre settimane. Un giovane medico di turno ieri pomeriggio è stato colpito con un pugno in pieno volto dal marito di una paziente. La donna era già stata il giorno precedente al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia. Ha insistito per avere una Tac ma il macchinario era guasto. Quind ha firmato le dimissioni e ieri si è recata al Cervello. Secondo quanto riportato dal medico nella denuncia, la donna e il marito pretendevano di non fare il turno al triage. Al rifiuto, il marito ha reagito sferrando il colpo.
Il medico è stato minacciato di non fare denuncia. È arrivata polizia e gli animi si sono placati. Si tratta della decima aggressione in città in tre mesi, la terza al pronto soccorso del Cervello nelle ultime tre settimane. L’ospedale di via Trabucco è uno dei più esposti al fenomeno delle aggressioni in corsia che è stato oggetto recentemente anche della riunione del comitato di ordine e sicurezza pubblica con i manager della sanità convocato dal prefetto Antonella De Miro. In quella occasione, si è stabilito di potenziare il servizio di guardie giurate e di videosorveglianza all’interno delle strutture.
Due settimane fa l’assessorato regionale alla Salute ha varato un piano anti-aggressioni che mette sul tappeto risorse per 35 milioni di euro per rendere più accoglienti e funzionali i pronto soccorso e istituisce ovunque la figura del “bed manager”, il “procacciatore di letti” con la funzione di ridurre le attese di chi attende nell’area di emergenza un posto letto in reparto.
(Fonte: Repubblica.it – Giusi Spica)