Ormai è diventata una costante. Pur di sorprendere e di catturare like si arriva a mortificare la storia. Ricorrere al populismo infangando la memoria delle vittime dell’olocausto, pubblicando la foto del numero tatuato sul braccio dei deportati, per identificare e ghettizzare i non vaccinati, mi sembra un paradosso comunicativo non appropriato né dal punto di vista storico né come strumento per aprire il dibattito, ma solo un sistema shock per guadagnare qualche consenso. Forse qualcuno dovrebbe chiarire le proprie affermazioni, spiegare il paradosso o chiedere scusa a chi le stigmate sul braccio se le è portate per tutta la vita. Troppe insalate miste stanno passando sui canali della comunicazione/informazione. Troppi bambini mangiati dai comunisti, troppi dittatori che tagliano le braccia, troppi ghettizzati bruciati nei forni per non aver fatto il vaccino. Siamo alla follia. Non toccate la storia per favore. Non vi appartiene.
Giuseppe Palermo Segretario del PD di Mazara